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30 anni di carriera per i fratelli Coen, ecco i 5 film imperdibili

nel 1984 usciva il primo film dei fratelli Coen “Blood Simple”, esaltato da critica e pubblico. Per festeggiare la ricorrenza, ecco il tentativo sbilenco di scegliere 5 tra i film più rappresentativi dei due registi, sui quali qualcuno non si troverà d’accordo.
A cura di Andrea Parrella
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Dai primi anni '80 i fratelli Coen, un binomio che non contempla scissione possibile, sono senza ombra di dubbio i registi ed autori di cinema più talentuosi, raffinati e controcorrente presenti sulla piazza. La loro capacità storica di saper ribaltare ignorare la critica, rendendola devota ai loro lavori, l'arte di saper intercettare un grande pubblico non chiudendosi in un genere, ma spaziando tra essi, il mistero dietro le procedure di stesura, lavorazione e postproduzione di un qualsiasi film, sono tutti fattori che hanno reso questa coppia immune da qualsiasi analisi e considerazione generica, dai più svariati filoni argomentativi riguardanti il mondo del cinema. I fratelli Coen, più che esserne esenti, sono semplicemente al di sopra. E quest'anno ricorre il trentennale dalla loro opera prima "Blood Simple", datata 1984, che estasiò letteralmente la critica cinematografica al Sundance Festival. Da lì sono seguiti alti e bassi in termini di riscontro popolare, ma la loro reputazione non è mai stata scalfita dai risultati ai botteghini e, soprattutto, gli ha concesso di mettere al mondo autentici capolavori del grande schermo. Sono 16 in tutto i film realizzati da Ethan e Joel Coen, sceglierne 5 da definire come migliori, tra questi, non è un'operazione semplice, soprattutto perché si rischia di restare imbrigliati nella notorietà dei titoli. Posto che tutti andrebbero visti, ecco quelli che si ritengono imprescindibili:

Fargo

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Presentato al 49º Festival di Cannes, dove ha vinto il premio per la miglior regia, il film del 1996 dei fratelli Coen ha anche vinto due Premi Oscar, per la Miglior sceneggiatura originale e per la Miglior attrice protagonista, Frances McDormand. Gli altri protagonisti del film sono William H. Macy, Steve Buscemi e Peter Stormare. E' ritenuto uno dei loro migliori film dei due registi, soprattutto per la capacità di saper rimanere sempre sul confine tra le realtà, le vicende realmente accadute nel film, e la finzione cinematografica.

Il Grande Lebowsky

Tanta, forse troppa (o forse no) la letteratura che questa pellicola è riuscita a generare sul suo conto. Una commedia divenuta cult per lo spessore dei personaggi, tutti magistralmente interpretati. Esce due anni dopo la consacrazione di Fargo e, ispirandosi in parte al romanzo "Il grande sonno" di Raymond Chandler, dà vita a movimenti culturali e stili di vita interamente ispirati a quello dei drughi protagonisti del film. Un'autentica pietra miliare di fine anni '90.

Non è un paese per vecchi

Il film, presentato a Cannes nel 2006, trionfa agli Oscar dell'anno successivo come Miglior Film. La pellicola con Javier Bardem è tratta dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy e conferma per l'ennesima volta la stretta connessione tra la produzione cinematografica dei Coen e la letteratura moderna. Il film è una sorta di testamento artistico che porta al massimo livello di espressione la cifra stilistica dei due.

A serious man

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No di certo il più acclamato dei film dei Coen, sia per il riscontro di pubblico che per quello della critica, non esattamente entusiastica. Eppure "Serious Man" è, per certi versi, uno dei lavori più intimi dei due registi, che meglio aderisce alla loro vicenda personale, all'ambiente culturale nel quale sono cresciuti. L'introduzione con il racconto Yiddish scritto da Ethan e Joel è in qualche modo sintomatico di tutto il film, interpretato degnamente da Michael Stuhlbarg.

A proposito di Davis

Il premio Gran Prix della giuria a Cannes e una nomination agli Oscar 2014, questi i riconoscimenti. Ma A proposito di Davis, oltre ad essere il più recente, è un film di raffinatezza intellettuale rarissima, ricco di riferimenti ad uno specifico ambiente e periodo culturale e musicale, oltre che costruito con artefizi registici tipici dei fratelli Coen. Anzi, è proprio la ricostruzione registica della trama a rivelarsi la chiave stessa di tuttoil film. Una piccola grande opera alla quale non manca nulla per essere definita un capolavoro, se non la corazza del capolavoro stesso.

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