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Albert Nobbs, la maschera da Oscar di Glenn Close

Ci aspettavamo un capolavoro, e così è stato. “Albert Nobbs” è un film drammatico dove commozione, sacrifcio, sentimento e difficili condizioni sociali si mescolano in un ensemble perfetto, e danno vita ad una delle più belle pellicole degli ultimi anni.
A cura di Ciro Brandi
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Ci aspettavamo un capolavoro, e così è stato. “Albert Nobbs” è un film drammatico dove commozione, sacrificio, sentimento e condizioni sociali si mescolano in un ensemble perfetto, e danno vita ad una delle più belle pellicole degli ultimi anni. E dire che erano più di vent’anni che la straordinaria Glenn Close voleva portare sul grande schermo questa pièce scritta da Istvan Szabò, che lei stessa ha portato più volte a teatro. La storia è ambientata nella Dublino del XIX secolo, dove una donna (di cui non sapremo mai il vero nome) con un passato fatto di abbandono e sofferenza, decide di fingersi uomo per poter lavorare come maggiordomo e mettere da parte dei soldi per poter aprire una propria attività (si tratta di una tabaccheria). Il suo “trucco” andrà avanti per trent’anni e gli permetterà di diventare il primo maggiordomo in assoluto per affidabilità e compostezza. L’arrivo nella sua vita dell’imbianchino Hubert (Janet McTeer) metterà, inizialmente, in pericolo il suo sogno, per poi sfociare in una forte amicizia. Nobbs si convince sempre di più che per portare avanti il suo progetto, dovrebbe avere al suo fianco una donna, una persona che poi lo aiuterà a gestire l’attività. La scelta cade sulla cameriera Helen Dawes (Mia Wasikowska), che però ha ben altri piani, anche se molto affezionata ad Albert.

L’eccellente interpretazione di Glenn Close le ha già portato l’ennesima nomination agli Oscar. Non è certo una sorpresa, dato che l’Academy ama da sempre i camuffamenti (vedi Nicole Kidman in “The Hours”) e le storia di discriminazione sociale. Oltre ciò, “Albert Nobbs” è un film pieno di significati: la sua storia fatta di negazione e sacrificio, amore difficile e ambiguo, il sistema maschilista dell’epoca sono messi in scena in maniera magistrale e sensibile dal regista Rodrigo Garcia, sorretto da una sceneggiatura perfetta, scritta a quattro mani dalla stessa Glenn Close, con John Banville. Tutti i personaggi principali del cast non si limitano ad essere “satelliti” della Close, ma sono parte attiva, elementi fondamentali del racconto. Tutti hanno desideri, sogni repressi, passioni da domare, progetti che non avranno mai un futuro, e la loro capacità di esprimerlo sulla scena è semplicemente sensazionale.“Albert Nobbs” ha ottenuto tre nomination ai Golden Globe, e anche ai prossimi Oscar per la miglior attrice (Glenn Close), miglior attrice non protagonista (Janet McTeer) e miglior trucco. Sappiamo che la concorrenza quest’anno è davvero spietata – tra le migliori attrici c’è Meryl Streep per “The Iron Lady” – ma la Close meriterebbe sicuramente di vincere.

Voto: 9

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