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Arriva la riforma degli Oscar ‘troppo bianchi’: più donne e minoranze nell’Academy

Il Presidente dell’ente che consegna gli Oscar annuncia importanti cambiamenti dopo la bufera sollevata da artisti come Spike Lee e Will Smith sull’assenza di candidati di colore. Entro il 2020 raddoppierà il numero dei membri di sesso femminile e degli esponenti delle minoranze e ci saranno significativi cambiamenti nelle gerarchie.
A cura di Valeria Morini
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Il dibattito sul presunto razzismo degli Oscar 2016, che non prevedono attori o registi di colore tra i candidati, sta tenendo banco da giorni e ha scatenato una vera e propria bufera nell'opinione pubblica americana. A lanciare le prime accuse è stata Jada Pinkett Smith, che per prima ha parlato esplicitamente di boicottaggio della cerimonia che si terrà il prossimo 28 febbraio. Ne è seguita una polemica talmente accesa che l'Academy ha deciso di correre ai ripari, addirittura con una vera e propria riforma.

La Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha annunciato che entro il 2020 raddoppierà il numero dei membri di sesso femminile e degli esponenti delle minoranze, mentre immediatamente verrà diversificata la sua leadership con l'aggiunta di tre nuovi posti nel consiglio di amministrazione. Inoltre, per i circa 6mila membri dell'Academy il diritto di voto non sarà più a vita, ma verrà limitato a dieci edizioni e sarà estendibile solo a coloro che manterranno un ruolo attivo nella cinematografia americana: in altre parole, conserveranno il diritto solo i candidati agli Oscar e i vincitori.

L'annuncio di Cheryl Boone Isaacs, presidente ma unica afroamericana del CdA

Lo annuncia l'attuale presidente Cheryl Boone Isaacs in un comunicato: "L’Academy guida il cambiamento e non attende che l’industria cinematografica lo faccia. Queste nuove misure in materia di governance e di voto avranno un impatto immediato e iniziare il processo di cambiamento in modo significativo la nostra composizione appartenenza". Curiosamente, benché la Boone Isaacs sia afroamericana, dei 51 membri del consiglio c'è solo un'altro "non bianco", l'asiatico Daryn Okada. Le donne, inoltre, sono solo 16.

Da Spike Lee a Will Smith, la polemica #OscarsSoWhite

Se Jada Pinkett ha dato il la alla polemica, le ha fatto subito eco il marito Will Smith, fermamente intenzionato a non partecipare alla cerimonia. L'attacco più duro è però arrivato dal sempre sanguigno Spike Lee, intervenuto con parole pesanti contro l'Academy "Come è possibile che per il secondo anno consecutivo tutti gli attori candidati siano bianchi? 40 attori bianchi in due anni, nessuno di colore o diverse etnie? Non siamo capaci di recitare?". L'hashtag #OscarsSoWhite è così diventato virale sul web, raccogliendo l'appoggio di personaggi non solo "black" come il documentatista Michael Moore. Molto critica è stata invece l'attrice Charlotte Rampling, che ha accusato addirittura Lee di "razzismo al contrario". La controversia sembra destinata a continuare, mentre sale l'attesa per il 28 febbraio: sarà curioso vedere come la querelle verrà commentata nel corso della serata dal presentatore Chris Rock, uno dei più importanti comici afroamericani di Hollywood.

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