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Boyhood, capolavoro sfortunato in sala, si vendica ai Globes e ora punta all’Oscar

Non era andata molto bene la sua prima uscita al cinema ma dopo aver vinto 3 Golden Globes tra i più importanti (film, regia e miglior attrice) torna nelle sale italiane dal 22 Gennaio e le sue speranze alla notte degli Oscar non sembrano più così vaghe.
A cura di Gabriele Niola
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Fino a ieri era solo una speranza di chi l’ha amato (cioè chiunque sia andato a vederlo nella sua prima sfortunata uscita cinematografica), oggi dopo i risultati dei Golden Globes la possibilità che Boyhood sia uno sfidante serio per la notte degli Oscar si fanno più sostanziose. Lo sappiamo noi, lo sanno all’Academy e lo sa la Universal che fiutando gli eventi aveva già messo in calendario una seconda uscita del film. Boyhood infatti tornerà nelle sale italiane il 22 Gennaio.

Era nominato a 5 globi d’oro e ne ha vinti più di tutti, cioè 3: Miglior film drammatico, Miglior regia e Miglior attrice protagonista. Benchè le nomination agli Oscar si siano chiuse prima dell’annuncio dei vincitori dei Golden Globes (ma ancora non sono state annunciate), lo stesso la manifestazione è in grado di “indirizzare” le votazioni dell’Academy. Di certo gli Oscar non saranno una copia dei Globes, anche perchè i secondi somigliano più ai premi della critica vista la composizione dei votanti (decisamente più larga e ampia quella degli Oscar mentre è più da addetti ai lavori quella dei Golden Globes), l’impressione però è che questo film indipendente abbia le caratteristiche di eccezionalità richieste per meritare il massimo dei premi e quel che gli serve è solo una spintarella in più, quella che proprio la vittoria dei Golden Globes può dargli.

Passato in sordina nella sua prima uscita al cinema, privo di star di richiamo (i più noti sono Ethan Hawke e Patricia Arquette) e con una trama a cui ci si appassiona sullo schermo ma non a leggerla, Boyhood racconta 12 anni nella vita di un ragazzo, dai 6 ai 18, con il piccolo dettaglio che è stato davvero girato lungo 12 anni (un paio di settimane l’anno ogni anno), dunque gli attori invecchiano veramente. Una simile caratteristica sarebbe sicuramente bastata a metterlo sotto i riflettori, non era mai capitato prima nella storia del cinema, la sorpresa però è che Boyhood è anche un film meraviglioso e commovente, una storia di profondissima umanità sul più struggente dei temi: la crescita dei figli e il parallelo invecchiare dei genitori. Non era scontato che da quest’impresa uscisse un capolavoro e invece Linklater ci è riuscito, i premi ora dovrebbero riuscire a convincere il grande pubblico che è il caso di dare una possibilità a questo piccolo immenso film. Lo pensa anche la Universal Pictures Italia, motivo per il quale punta una seconda volta su questo film, riportandolo nelle sale italiane forte dei premi vinti e delle probabili nomination che potrà vantare.

Oltre al trionfo di Boyhood i Golden Globes hanno poi chiarito pure quali saranno gli scontri principali nella serata degli Oscar. A latere del film di Linklater è emerso come The imitation game forse non sia così lanciato come credevamo (è rimasto a bocca asciutta), che Grand Budapest Hotel ha più di un estimatore, nonostante storicamente Wes Anderson sia sempre stato ai margini delle premiazioni statunitensi, e che Birdman di Iñárritu potrebbe essere la carta matta, cioè il film che non prende molti premi ma che in ogni categoria rischia di rubarne uno (specialmente Miglior sceneggiatura e Miglior attore protagonista che Micheal Keaton contenderà a Eddie Redmayne e il suo Stephen Hawnkins di La teoria del tutto).

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