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Carlo Verdone su ‘La vita è bella’ di Benigni: “È una favola riduttiva”

Intervenuto a un incontro con i ragazzi di una scuola romana prossimi alla partenza per Auschwitz, l’attore e regista ha avuto parole poco lusinghiere per il celebre film dell’amico Benigni. Intervistato da Il Fatto Quotidiano, spiega: “Ai tempi difesi il film di Roberto, ma il cinema non può spiegare il male assoluto”.
A cura di Valeria Morini
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Carlo Verdone ha incontrato i ragazzi della scuola Galilei di Roma, in attesa di partire per Viaggio della memoria 2015 organizzato dalla Regione Lazio che porterà gli studenti a visitare il campo di concentramento di Auschwitz. La conversazione  tra l'attore e regista e i suoi giovani interlocutori ha compreso però un episodio destinato a suicitare polemiche. Verdone ha infatti riservato parole non propriamente lusinghiere sul film "La vita è bella" di Roberto Benigni, che – com'è noto – è proprio dedicato all'argomento della Shoah. Il film è uscito nel 1998 e ha vinto 3 Oscar (miglior film straniero, attore protagonista e colonna sonora).

Sono molto amico di Roberto Benigni ma oggi su "La vita è bella" ho qualche dubbio, anche se è un film importante che ha avuto un Oscar. Dopo questo viaggio ad Auschwitz, potreste forse arrivare a dire "ma cosa ci ha fatto vedere Benigni?”

Intervistato dal sito de Il Fatto Quotidiano, Verdone ha poi approfondito la sua posizione "contro" l'amico Benigni:

Difesi il film di Roberto all’epoca in cui uscì, quando venne attaccato tra gli altri da Giuliano Ferrara, e lo difendo ancora oggi. Benigni ha avuto immenso coraggio a raccontare una storia così delicata. Però ogni tanto rifletto su quello che ho vissuto io visitando i campi di concentramento. C’è un orrore che ti rimane dentro e ti porta a pensare se era il caso di raccontarlo in chiave favolistica. Credo infatti che il male assoluto raccontato dal cinema sia un po’ una limitazione. Mi emoziona di più un documentario dove ritrovi pezzi di verità. O ancora di più mi emoziona un libro, il Diario di Anna Frank, molti ricordi scritti da Primo Levi nei suoi libri, le lettere dei detenuti in questi campi della morte. La lettura è forse più importante di un film in questo caso estremo.

Verdone stesso ha visitato Auschwitz per la prima volta a 23 anni:

Ricorderete che il bullo di "Un sacco bello" doveva andare a Cracovia con la sua Fiat decapottabile. Ecco, lo spunto della destinazione derivava proprio da quel viaggio. Ero con amici e negli ultimi due giorni decidemmo di visitare Auschwitz. Una delle ragazze polacche con cui avevamo fatto amicizia ce lo disse subito ‘Usciti da lì non ricorderete più nulla della nostra vacanza’. Mai parole furono più vere.

Sul suo giudizio a proposito di "La vita è bella", Verdone è ancora più chiaro:

Anche Spielberg fece un grandissimo film molto emozionante sul tema, ma il cinema anche quando è molto d’autore è sempre intrattenimento. (…) Quella di Roberto è una favola fatta benissimo, ma è riduttiva. L’ho detto ai ragazzi questa mattina che devono partire per visitare Auschwitz: l’unico modo per capire quella realtà è andarci. Sono sicuro che una volta visto vi  imporrà un rigore assoluto alla vostra anima.

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