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Era il bambino di “Shining” in triciclo, oggi è un prof di biologia

Danny Lloyd, protagonista dello storico film di Stanley Kubrick del 1980 tratto dal romano di Stephen King, oggi conduce una vita normale, a dispetto di chi dicesse che “Shining “gli aveva rovinato la vita.
A cura di Andrea Parrella
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Molti si chiederanno che fine abbia fatto Danny Torrance, il bambino dalla folta chioma che innocentemente rievoca una delle scene più agghiaccianti della storia del cinema, ovvero il giro in triciclo tra i corridoi dell'albergo abbandonato di Shining, capolavoro si Stanley Kubrick tratto dal romanzo altrettanto noto di Stephen King. Oggi, in contemporanea con l'uscita del romanzo che di quello storico è sequel, Doctor Sleepche inizia con protagonista proprio il bambino, divenuto oramai adulto, che conduce una vita sostanzialmente tranquilla, il New York Daily scova il vero interprete del film, allora bambino. E' stato oggetto di molte storie strampalate, tra le quali quelle di una vita traumatizzata, un film che gli avrebbe rovinato la vita, ma secondo quanto emerge dalla sua intervista si tratterebbe di tutt'altro e nulla sarebbe vero.

Ad oggi Torrance è un affermato professore di biologia in un college, conduce una vita normalissima ed ammette di aver accettato con serenità l'idea di una carriera cinematografica che non potesse andare avanti dopo aver tentato di proseguire su quella strada: "Sono felice di essere stato protagonista di “Shining”. Non è stata affatto una brutta esperienza per me". Il suo aspetto di certo non mette in condizioni di riconoscerlo, sia perché sono passate decine d'anni e anche perché persino un appassionato difficilmente riuscirebbe a ricavare una similitudine di alcun tipo da un uomo con il pizzetto e quasi calvo.

Danny Loyd, questo il suo vero nome, si diverte a rievocare i felici ricordi delle giornate in cui ha girato, sul set, insieme a due mostri sacri come Kubrick e Jack Nicholson, di cui chiaramente al tempo non poteva capire la portata. Tant'è vero che i suoi ricordi migliori si riferiscono alle gemelline inglesi, protagoniste anch'esse di quelle scene agghiaccianti che rievocano brividi al solo pensarci, e soprattutto  i panini al burro di arachidi mangiati durante le pause, i lunghi giri in triciclo nell’hotel. Non ha avuto un'infanzia e una crescita difficile, come molti hanno pensato di lasciar credere, e la sua "fama" l'ha constatata solo quando ha visto il film per la prima volta insieme ad alcuni amici, a 16 anni: "Ho visto in tv per la prima volta Shining quando avevo 16 anni assieme ad alcuni amici. Non mi ha fatto paura soprattutto perché ricordavo ciò che accadeva dietro le quinte. Anzi l’ho trovato un film divertente".

Sul finire dell'intervista rivela un desiderio nascosto, nonostante non abbia più alcun rapporto con il mondo del cinema: nel caso di un sequel, tratto proprio dal nuovo romanzo di King, gli piacerebbe fare un piccolo cameo.

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