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Gesù sullo schermo: gli attori che hanno interpretato Cristo tra cinema e tv (FOTO)

Mentre in sala arriva “Risorto”, racconto della resurrezione di Cristo dal punto di vista del soldato romano Joseph Fiennes, ripercorriamo la lunghissima storia del rapporto tra Gesù e la fiction tra cinema e tv: dal cinema delle origini ai kolossal di Hollywood, fino alle riletture controverse ma fondamentali di autori come Pasolini, Rossellini, Scorsese e Gibson.
A cura di Valeria Morini
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L'uscita in sala del film "Risorto", proprio in concomitanza con le festività pasquali, riporta l'attenzione sul rapporto tra Gesù e il cinema, che nel suo secolo abbondante di vita ha trattato la figura di Cristo infinite volte e in tutte le possibili declinazioni, dal kolossal biblico alla prospettiva più analitica del film d'autore, dalla riflessione teologica all'intento dissacrante, quando non espressamente satirico e parodistico. "Risorto", firmato dal Kevin Reynolds di "Robin Hood Principe dei ladri" racconta la storia evangelica dal punto di vista di un tribuno romano interpretato da Joseph Fiennes, chiamato a risolvere il mistero della scomparsa di Gesù dopo la sua resurrezione. Per una curiosa ironia della sorte, la trama del film non può non ricordare quella della finta pellicola al centro di "Ave, Cesare!" dei fratelli Coen – in sala in questi giorni – in cui un ironico George Clooney interpreta proprio un centurione che scopre la Fede.

Il Gesù di "Risorto" viene dalla Nuova Zelanda

In "Risorto", a interpretare Gesù è Cliff Curtis, curiosamente un attore neozelandese di origine Maori. Capelli e carnagione scuri (Curtis ha impersonato spesso personaggi mediorientali) rappresenta decisamente uno svolta rispetto alla classica iconografia di Cristo cui grande e piccolo schermo ci ha abituato negli anni (spesso con i capelli chiari e gli occhi azzurri, alla faccia dei tipici tratti somatici del popolo ebraico). Facciamo una carrellata delle interpretazioni più celebri di Gesù Cristo, dalle origini a oggi.

I kolossal di Hollywood e il vangelo secondo Pasolini

Agli albori del cinema, non si contano i film di ambientazione evangelica e la Passione di Cristo è anzi uno dei primissimi soggetti dei film di finzione. Ricordiamo almeno "Christus" (1916) di Giulio Antamoro con Alberto Pasquali.

Dagli anni '50, Hollywood lancia – con immenso successo – il kolossal biblico, che esplora ogni passaggio delle Sacre Scritture. Non fa eccezione la vita di Gesù, interpretato da Jeffrey Hunter in "Il Re dei Re" di Nicholas Ray nel 1961 (un Gesù molto anarchico e giovanilistico, perché un pizzico di fascino virile non guasta nemmeno nelle storie teologiche, se si tratta di attirare il pubblico nelle sale) e da Max Von Sydow in "La più grande storia mai raccontata" di George Stevens nel 1965.

Tra quei due film si insinua nel 1964 la personale rilettura di Pier Paolo Pasolini nel discusso "Il vangelo secondo Matteo", forse tuttora il miglior film mai realizzato su Gesù. Pasolini gira tra i Sassi di Matera (dover tornerà decenni dopo Mel Gibson per "La passione di Cristo") e sceglie per il ruolo cristico lo sconosciuto Enrique Irazoqui, giovane sindacalista catalano doppiato da Enrico Maria Salerno. Anche Roberto Rossellini racconterà la vicenda evangelica nel 1975, nel film "Il Messia" con Pier Maria Rossi.

Il Gesù hippie di Jesus Christ Superstar

Negli anni 70, l'ondata di ribellione sessantottina porta a trasposizioni del Vangelo anticonvenzionali e controverse. È il caso del Gesù hippie del musical "Jesus Christ Superstar" di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, interpretato da Ted Neeley sia a teatro che nella versione cinematografica firmata da Norman Jewison nel 1973. Citiamo però anche la satira dei Monty Pyton, che realizzano una parodia provocatoria e fortemente attaccata dalla Chiesa in "Brian di Nazareth" (1979), con Graham Chapman.

Cristo tra sangue e tentazioni, da Scorsese a Gibson

Non meno criticato, molti anni dopo, sarà "L'ultima tentazione di Cristo" di Martin Scorsese (1988), con uno straordinario Willem Dafoe nei panni di un Gesù molto umano e tormentato dai dubbi. La rappresentazione carnale del Cristo, che in una sequenza contestatissima immagina di rinnegare la sua natura divina per unirsi alla Maddalena, scatena un polverone di polemiche da parte di chi non comprende la forte religiosità della pellicola.

Altra tappa fondamentale nella rappresentazione di Gesù sullo schermo è "La passione di Cristo" di Mel Gibson (2004), certamente uno dei film più discussi della storia recente. Interpretato da un Jim Caviezel, è il caso di dirlo, in stato di grazia, la lettura gibsoniana spacca critica e pubblico: fedelissimo al Vangelo e parlato interamente in aramaico e latino, riceve diverse critiche per la sua dose immane di sangue e violenza.

Recentemente, si sono cimentati nel ruolo di Gesù attori celebri come Christian Bale (nel televisivo  "Mary, Mother of Jesus" del 1999) e Ewan McGregor (in "Last Days in the Desert", 2015). Ricordiamo anche la curiosa rivisitazione "The Book of Life" (1998), con Gesù/Martin Donovan che torna sulla Terra alla vigilia del Terzo Millennio, e, in ambito italiano, Kim Rossi Stuart, che ha vestito la tonaca del Salvatore ne "I giardini dell'Eden" di Alessandro D'Alatri (1998).

Gesù in tv: dal kolossal di Zeffirelli alle fiction religiose

Impossibile, infine, non dedicare una parte della nostra monografia alle diverse rappresentazioni di Gesù sul piccolo schermo. Il caso più emblematico resta ancora oggi lo sceneggiato in due parti "Gesù di Nazareth" diretto da Franco Zeffirelli nel 1977. Un vero e proprio kolossal televisivo, che ha probabilmente influenzato, un ventennio più tardi, l'exploit delle fiction religiose negli anni 90-2000. L'ultima in ordine di tempo è "A.D. La Bibbia continua", con Gesù interpretato da Juan Pablo Di Pace, trasmessa in prima serata senza troppa fortuna su Canale 5.

Abbiamo inoltre visto interpreti come Jeremy Sisto e Danny Quinn vestire i panni di Cristo, in prodotti confezionati per quel pubblico che anela a fedeli adattamenti dei testi sacri (laddove la Hollywood dell'epoca d'oro rimescolava e reinterpretava a suo piacimento). Citiamo, in conclusione, facendo un bel passo indietro nel tempo, una fiction degli anni 80 amatissima dal pubblico italiano: "Un bambino di nome Gesù", indimenticata rivisitazione dell'infanzia del Figlio di Dio con l'allora giovanissimo Matteo Bellina (oggi 36enne).

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