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Gli ultimi mesi di Robin Williams: “Non trovava le parole e aveva una terribile insonnia”

Parla la vedova dell’attore, che in una lunga lettera pubblicata sulla rivista Neurology ripercorre gli ultimi mesi di vita del marito e anche le ultime parole che si scambiarono: “Mi disse ‘addio’ aspettando che gli rispondessi ‘buonanotte’ come sempre”.
A cura di A. P.
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Robin Williams ha lasciato un vuoto incolmabile togliendosi la vita poco più di due anni fa, nell'agosto del 2014. L'attore hollywoodiano, come è oramai noto a tutti, era affetto dalla demenza da corpi di Lewy, un disturbo che aveva portato negli ultimi mesi prima della morte a grandi difficoltà dal punto di vista mentale e fisico. A raccontarlo, con un articolo pubblicato sulla rivista specializzata Neurology, è la vedova dell'artista Susan Schneider, che già in passato aveva rievocato i momenti finali della malattia e lo ha fatto in maniera ancora più dettagliata.

Perdita di memoria, incapacità a ricordare parole, oltre a insonnia, nausea e difficoltà per le normali funzioni, come andare al bagno: "Detestava non riuscire a trovare le parole durante una conversazione. Soffriva di una terribile insonnia che lo teneva sveglio tutta la notta. Si ritrovava immobilizzato e frustrato quando usciva da questo stato". Più di tutto, nell'articolo emerge quella sorta di chiara consapevolezza di soffrire di un forte problema da parte dell'attore. Nella lunga lettera pubblicata la donna ha anche ricordato momenti di tenerezza intensi, come il soggiorno insieme poco prima della morte del marito ed anche le ultime parole che i due si rivolsero. I due, su consiglio dei medici, dormivano separati negli ultimi tempi:

L'ultima notte prima della sua morte, prima di tornare nella sua stanza mi disse "addio, amore mio", attendendo la mia solita risposta "buonanotte amore mio".

Non è la prima volta che la donna rievoca le fasi più belle, ma anche quelle più dolorose, del rapporto con Williams. Si incontrarono in un negozio Apple in California, entrambi uscivano da poco da una rehab per combattere i problemi di alcolismo e si piacquero all'istante. Con lei, Robin Williams smise di prendere antidepressivi e quella storia che venne fuori subito dopo la sua morte non corrispondeva alla verità dei fatti. Già a Good Morning America la vedova dichiarò che non fu la depressione a spingere al suicidio Robin Williams, ma quella malattia che cominciò a manifestarsi già un anno dopo il loro matrimonio nel 2011.

Un anno dopo il nostro matrimonio, il comportamento di mio marito iniziò a cambiare ma non fu, all'inizio, così visibile. Riflettendoci adesso, mi rendo conto che aveva cominciato a manifestare ansia e paura nell'interagire con le persone.

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