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I 50 anni di Russell Crowe, dall’arena de “Il gladiatore” all’Arca di “Noah”

Era il 2001 quando riceveva l’Oscar per il ruolo del generale Massimo Decimo Meridio, che l’ha fatto entrare di diritto nell’Olimpo di Hollywood. Oggi compie 50 anni e festeggia col kolossal “Noah”, dove tenterà di scampare al diluvio universale con la leggendaria Arca.
A cura di Ciro Brandi
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Russell Crowe è uno dei Re Mida di Hollywood. Registi e produttori fanno a gara per accaparrarselo e critica e pubblico impazziscono per lui. Ogni suo film è un evento, un successo sicuro. Ne ha girati 38 in 24 anni e, alcuni di questi, sono veri e propri capolavori. Premio Oscar nel 2001 per “Il gladiatore”, dove interpretava il generale Massimo Decimo Meridio, nella sua carriera ha avuto la fortuna di cimentarsi nei ruoli più disparati, che ne hanno esaltata le capacità istrioniche e il talento innato, facendogli vincere una caterva di premi. Più volte è stato paragonato a star del calibro di Marlon Brando e Clark Gable, per il suo carisma e magnetismo, ed è la pura verità.

L’esordio nelle serie tv e la passione per la musica

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Russell Ira Crowe, questo il suo nome completo, è nato a il 7 aprile 1964 a Starthmore Park, sobborgo di Wellington in Nuova Zelanda. I genitori, Alex e Jocelyn, avevano un’agenzia di catering che lavorava prettamente per il cinema, quindi Russell e il fratello maggiore, Terry, erano costantemente sui set. A soli 4 anni, la famiglia Crowe si trasferisce in Australia e, proprio a Syndey, Russell inizia a lavorare in alcune serie tv, debuttando, a soli 6 anni in “Spyforce” e a 12 in “Young Doctors”. A 14 anni, la famiglia fa ritorno in Nuova Zelanda e qui Russell inizia a coltivare la sua grande passione: la musica. Con lo pseudonimo di Russ le Coq incide vari pezzi e, per mantenersi, fa anche l’animatore turistico nei villaggi.

I primi film

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Nel 1990 arriva la prima grande offerta. Il regista Stephen Wallace lo vuole per il film “Giuramento di sangue” (“Blood Oath”) e, due anni dopo George Ogilvie lo sceglie per “The Crossing”, e sul set conosce la sua futura moglie Danielle Spencer. Il suo vero esordio cinematografico, però, è considerato il film “Skinheads”(1992), scritto e diretto da Geoffrey Wright, incentrato sul fenomeno del razzismo in Australia e di come le classi operai bianche e asiatiche trovino sfogo al loro disagio nell’intolleranza. A Crowe, per il ruolo di Hando, fu assegnato il premio come miglior attore protagonista dall’Australian Film Institute. Sharon Stone lo nota e gli propone una parte in “Pronti a morire”, un western prodotto da lei e diretto da Sam Raimi, con attori del calibro di Leonardo DiCaprio e Gene Hackman. Purtroppo, il film fu un flop, così come “Virtuality”(1995) e “Miss Magic”(1995), i suoi film successivi.

Il successo di “L.A. Confidential” e “Insider – Dietro la verità”

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A risollevare la sua carriera ci pensò il regista Curtis Hanson con “L.A. Confidential”(1997), thriller con Kevin Spacey e Kim Basinger, tratto dall’omonimo romanzo di James Ellroy, e vincitore di due Oscar. Russell Crowe è l’agente Bud White, uno dei protagonisti, che cercherà di far emergere la verità riguardo l’intreccio presente a Los Angeles tra crimine organizzato e polizia, negli anni ’50. La sua stella inizia a brillare alla grande ad Hollywood dopo questa pellicola, e la sua ascesa diventa inarrestabile. Il successo di “Insider – Dietro la verità”, di Michael Mann, con Al Pacino e Robert De Niro, è clamoroso. Crowe, nei panni del dottor Jeffrey Wigand, viene candidato al Golden Globe e all’Oscar, come miglior attore protagonista, ma è battuto da Denzel Washington (“Hurricane – Il grido dell’innocenza) e Kevin Spacey (“American Beauty”).

“Il gladiatore” e i grandi successi

Poco male perché, nel 2000, Russell Crowe è travolto dalla fama de “Il gladiatore”, film cult di Ridley Scott, che gli fa vincere il meritatissimo Oscar per il ruolo del generale Massimo Decimo Meridio e darà il via al proficuo sodalizio tra Scott e l’attore. Nel frattempo, Crowe coltiva sempre la sua passione per la musica e, con la sua band, si è esibito anche al Festival di Sanremo, nel 2001. Dopo il thriller “Rapimento e riscatto”(2001), Crowe gira un altro cult, “A Beautiful Mind”(2001), diretto da Ron Howard. Il ruolo è quello di John Nash, professore di matematica affetto da una grave forma di schizofrenia. L’attore vince il Golden Globe e il BAFTA come  miglior attore protagonista, ma agli Oscar è battuto nuovamente da Denzel Washington, protagonista di “Training Day”.

Una carriera inarrestabile

Dopo un periodo fatto di successi e gloria, l’attore decide di prendersi una pausa per poi tornar alla grande con lo storico Master & Commander – Sfida ai confini del mare”, di Peter Weir, dove Crowe interpreta il ruolo del coraggioso capitano Jack Aubrey. A seguire gira “Cinderella Man – Una ragione per lottare”(2005), di Ron Howard, ispirato alla vera storia del campione  dei pesi massimi James J. Braddock, che aveva appunto il soprannome di Cinderella Man. Per entrambi riceve la nomination ai Golden Globe.  Sempre nel 2005, viene arrestato per aver scaraventato un telefono addosso al portiere di un albergo di New York, ma in seguito si è scusato, attribuendo la rabbia ad un periodo difficile della sua vita. Nel 2006 gira il leggero “Un’ottima annata”, sempre di Ridley Scott, e l’anno dopo, il remake “Quel treno per Yuma”, con Christian Bale, e il blockbuster “American Gangster”, ancora diretto da Scott, con Denzel Washington. Altri successi sono i thriller “Nessuna verità”(2008) e “State of Play”(2009), per poi conquistare il botteghino mondiale con “Robin Hood”(2010), girato ancora col suo amico Ridley Scott. Nel 2012, dopo il divorzio dalla moglie Danielle Spencer, è uno dei protagonisti di “Les Misérables”, di Tom Hooper, vincitore di tre Oscar, dove Crowe è nei panni di Javert. Nello stesso anno gira “L’uomo con i pugni di ferro” e il thriller “Broken City”, fino a quando Zack Snyder lo chiama per “L’uomo d’acciaio”(2013) per affidargli la parte di Jor-El, il padre del supereroe.

“Noah” e i progetti futuri

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Il 13 febbraio scorso è uscito il romantico “Storia D’Inverno”, dove Russell Crowe recita accanto a Colin Farrell e Jennifer Connelly, ma il vero successo lo sta riscuotendo, attualmente, col biblico “Noah”, di Darren Aronofsky. Crowe è il patriarca biblico Noè e la pellicola è proprio la trasposizione cinematografica della storia dell’Arca di Noè, narrata nell’Antico Testamento all’interno della Bibbia. Il film è stato vietato nella maggior parte dei paesi arabi perché, secondo i governi, la pellicola contraddice gli insegnamenti dell’Islam. Crowe tiene tantissimo a questo progetto, tanto da scrivere a Papa Francesco su Twitter per invitarlo a vederlo e a recarsi in Vaticano per una visita privata. Il film ha incassato 44 milioni di dollari in sole 72 ore e arriverà nel nostro paese a partire dal 10 aprile. Attualmente è impegnato nella post-produzione del suo film drammatico “The Water Diviner”, dove figura come regista e protagonista, e a breve, girerà il nuovo film di Gabriele MuccinoFathers and Daughters”, la cui uscita è prevista per il 2015.

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