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“Il pezzo mancante” – La recensione

Il documentario di Giovanni Piperno ci porta nel privato della famiglia più famosa d’Italia, mettendo insieme materiale d’archivio e interviste.
A cura di Ciro Brandi
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il pezzo mancante

Si tratta di un documentario sulla famiglia Agnelli, girato dal regista Giovanni Piperno, con l’aiuto fondamentale di  Gelasio Gaetano Lovatelli, amico d’infanzia di Edoardo Agnelli. La pellicola è una sorta di collage di moltissimo materiale d’archivio e alcune interviste fatte appositamente. E’ stata presentata all’ultimo Torino Film Festival, riscuotendo un buon successo.

In realtà non è stato un lavoro semplice. Piperno  ha affermato che molti dei protagonisti del docufilm sono deceduti, mentre gli altri eredi non hanno voluto partecipare, ma se lo aspettava, data la riservatezza per cui è sempre stata nota la famiglia in questione. Il colpo di fortuna per il regista è stato l’incontro con Lovatelli, amico di Edoardo, il più schivo e particolare di tutti: quando suo padre Giovanni lo designò alla successione, Edoardo intraprese un viaggio spirituale che lo portò ad abbracciare l’islamismo sciita, e a Teheran conobbe anche Khomeini. Nel 2000 muore suicida.

E’ qui che si spinge Piperno, nel lato privato più che nella grande tradizione industriale della famiglia. Ovviamente sullo sfondo troviamo la cornice di Torino, soprattutto scorci notturni della città, desolata e cupa. Il film però risulta essere quasi incompiuto, molto lento in alcune parti, quasi noioso in altre. È una serie di note, appunti, ben legati certo, ma privi di anima. I pezzi mancanti sono proprio i misteri, le lacune che questa famiglia si trascina dietro da generazioni. La parte in cui Gelasio Lovatelli ospita le telecamere nella sua casa, ci fa notare subito quanto costui tenesse al suo amico Edoardo, quanti ricordi e storie riesce a tirare fuori dalla sua casa in pochi minuti. Forse è questa la parte più toccante di tutto il lavoro, quella in cui, finalmente, viene fuori un pò di calore umano, e non la solita, asettica, intervista.

Piperno riesce a parlare anche di alcuni componenti, come Giorgio e Umberto, che si sono tenuti un pò in disparte rispetto agli altri protagonisti, quali Gianni e Susanna. Non potevano mancare gli accenni allo stile inconfondibile dell’Avvocato per antonomasia  e il suo legame con la FIAT, l’influenza che ha avuto sullo sviluppo economico e sociale dell’Italia.

Un bel documentario, forse con poco ritmo, con tematiche che possono non interessare la maggior parte degli spettatori, soprattutto in estate, quando si cerca di distrarsi con le commedie. Che Piperno abbia sbagliato stagione?

Voto: 6-

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