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Il regista Gabriele Del Grande ancora detenuto in Turchia, inizierà lo sciopero della fame

Trattenuto in un centro turco dal 9 aprile, il giornalista e regista di Io sto con la sposa ha potuto fare la sua prima telefonata dopo giorni, annunciando l’intenzione di dar via allo sciopero della fame. Intanto, la Farnesina si muove chiedendone la liberazione.
A cura di Valeria Morini
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Il documentarista Gabriele Del Grande è ancora trattenuto in Turchia, dopo il fermo predisposto dalle autorità locali lo scorso 9 aprile. Ci si attendeva un'espulsione dalla Nazione di Erdogan in pochi giorni, invece il regista del documentario "Io sto con la sposa" è detenuto in isolamento in un centro di identificazione e di espulsione. Soltanto oggi, alle 14.30 del 18 aprile, ha potuto fare la sua prima telefonata, in cui ha annunciato l'intenzione di fare lo sciopero della fame.

I primi dettagli sulla detenzione di Del Grande in Turchia arrivano così dalla pagina Facebook ufficiale di "Io sto con la sposa", che riporta le parole pronunciate durante la chiamata dal giornalista e regista:

Sto parlando con quattro poliziotti che mi guardano e ascoltano. Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio telefono e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito ripetuti interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me. Da stasera entrerò in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti.

La Farnesina alla Turchia: "Liberatelo"

Si muove intanto anche il nostro Ministero degli Esteri, che chiede che Del Grande "sia rimesso in libertà, nel pieno rispetto della legge". "Il ministro Alfano – si legge in una nota riportata da La Stampa – ha disposto l’invio a Mugla, dove Del Grande è detenuto, del console d’Italia a Smirne per rendere visita al connazionale" mentre "l’ambasciatore d’Italia ad Ankara ha trasmesso alle autorità turche la richiesta di visita consolare, come previsto dalla Convenzione di Vienna del 1963″.

Il lavoro di Gabriele Del Grande

Giornalista e blogger toscano residente in Regno Unito, ha fondato l'osservatorio Fortress Europe con relativo blog, per catalogare le morti e i naufragi dei migranti africani nel Mediterraneo. Ha pubblicato alcuni libri sul fenomeno migratorio e nel 2013 ha realizzato un reportage sulla guerra civile siriana pubblicato da Internazionale. La sua fama è legata anche al mondo del cinema grazie al già citato doc "Io sto con la sposa", diretto con Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry, presentato alla Mostra di Venezia nel 2014 e visto in 53 Paesi: è la cronaca vera di un gruppo di profughi siriani e palestinesi che riesce a raggiungere la Svezia attraversando tutta Europa e fingendosi un corteo nuziale. Del Grande è partito per la Turchia lo scorso 7 aprile per effettuare ricerche e interviste per il suo nuovo progetto, il libro "Un partigiano mi disse" sulla guerra in Siria e sulla nascita dell'Isis.

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