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Kristen Stewart ha iniziato a recitare davvero, Twilight è solo un ricordo

L’arrivo in concorso a Venezia con un film d’amore futuristico e adolescenziale poteva essere un disastro e invece, a dispetto della propria banalità, svela il definitivo nuovo corso dell’attrice americana.
A cura di Gabriele Niola
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Finita la saga di Twilight non è stato facile per Kristen Stewart trovare un posto ad Hollywood, nonostante la fama è un personaggio difficile da inquadrare e ha un volto e un fisico non comuni, non adatti ai soliti ruoli nei soliti grandi film. Per questo ha oscillato tra film indipendenti (anche di buona fattura, come Still Alice) e opere più particolari come Anesthesia e American ultra, fino ad approdare al cinema d’autore europeo con Sils Maria, in cui era diretta da Olivier Assayas e al fianco aveva un gigante come Juliette Binoche. La sorpresa è che aiutata dai migliori si è comportata benissimo. Adesso è con un film americano come Equals che arriva in concorso a Venezia (uno dei templi del cinema d’autore), una storia di amore dalle esagerazioni e dall’ingenuità adolescenziale che tuttavia impone il suo cambiamento.

Che lei non sia più la stessa di quando fu scelta per interpretare Bella ormai 7 anni fa lo dice anche il gossip e la sua carriera sembra assestarsi di conseguenza. Questo chiaramente non fa di lei un’attrice seria di colpo, ma è evidente che lavorare con professionisti migliori (Olivier Assayas è un navigatissimo maestro e sarà nel cast del prossimo film di Woody Allen) in progetti più rischiosi è la strada. Non siamo di fronte ad una svolta netta come quella di Matthew MacConaughey, che un grandissimo attore lo è sempre stato anche quando non gli andava di battersi per dimostrarlo, ma dalla maniera in cui Equals funziona a dispetto di tutta la cretineria dei suoi presupposti, è evidente che la presenza di Kristen Stewart nel cinema mondiale non è una meteora.

Nonostante sia improbabile che qui a Venezia il film possa davvero competere con gli altri calibri pesanti, anche solo essere stati scelti nei pochi eletti del concorso di quello che a tutti gli effetti è il secondo festival di cinema più importante del mondo è un traguardo. E a dispetto di quanto si sta già dicendo (il film non è stato ricevuto bene per niente) c’è più di quel che sembra nella maniera in cui questi due attori per nulla eccezionali riescono, insieme, a dare credibilità alla trama. Certo, le scene che li vedono separati svelano la superficialità di tutto l’impianto di Equals, ma quando sono insieme a dispetto di tutto riescono a convincere chi non ha gli occhi velati dal pregiudizio dei tormenti dei loro personaggi, riescono ad animare una vera storia d’amor perduto che non si vergogna di imitare Giulietta e Romeo. Questo forse non basta ma non è nemmeno comune. Per niente.

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