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L’Amour di Haneke va oltre la malattia e resta immutato nel tempo

Michael Haneke arriva nelle nostre sale con il suo nuovo e toccante film, vincitore della Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes.
A cura di Ciro Brandi
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Amour

Finalmente sbarca al cinema il film vincitore della Palma d’oro al 65° Festival di Cannes. Il regista Michael Haneke, presente sulla Croisette per ben sei volte, vincendo già con “Il nastro bianco”, stavolta supera se stesso, mettendo in scena una storia estremamente commovente, con due protagonisti disarmanti per quanto bravi e immersi nella parte. Il regista ci racconta di un amore vissuto tra le pareti domestiche che va oltre la malattia, nemico che avanza inarrestabile ma senza mai intaccare il sentimento puro e immortale che unisce Georges e Anne. La dignità, la compostezza e la voglia di viversi ancora forniscono ai due la forza di andare avanti. “Amour” è un dramma essenziale e reale come un pugno dritto allo stomaco, che non può lasciare assolutamente indifferenti. Da non perdere.

La trama

Amour

Georges e Anne sono un’affiatata coppia di 80enni, entrambi rispettabili insegnanti di musica in pensione. Hanno una figlia, Eve, anche lei musicista, ma vive all’estero, dove a sua volta ha una famiglia. Un giorno Anne, probabilmente colpita da ictus, resta paralizzata, ammutolita. Quando si riprende non ricorda nulla di quanto le è accaduto, ma da quel giorno nulla è come prima. Georges decide di assistere la moglie minuto per minuti, senza abbandonarla neanche per un secondo, ma soprattutto di non dire nulla della sua malattia a persone estranee. Anne riesce a strappare la promessa al marito di non riportarla mai più in ospedale, anche se le cose peggiorassero all’improvviso e Georges la manterrà fino alla fine.

Il cast

Isabelle Huppert

Georges e Anne sono interpretati rispettivamente dagli straordinari Jean-Louis Trintignant e Emmanuelle Riva, entrambi da Oscar immediato, secondo la critica mondiale. Eve ha il volto di Isabelle Huppert, vincitrice, per ben due volte, del premio per la migliore attrice al Festival di Cannnes: nel 1978 per “Violette Nozière”, diretto da Claude Chabrol, e nel 2001 per “La pianista”, di Michael Haneke. Recentemente l’abbiamo ammirata anche in “Bella addormentata” – nel ruolo di Divina Madre – di Marco Bellocchio. Completano il cast: Alexandre Tharaud (Alexandre), Wiliam Shimell (Geoff), Ramon Agirre (il portiere) e Rita Blanco (la portiera).

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