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L’attore di Piccola Peste e l’addio al cinema: “Volevo libertà, non tornerei mai indietro”

Michael Oliver racconta dell’immenso successo in cui fu catapultato, prima del baratro dovuto alla causa che la sua famiglia perse contro la produzione. Oggi è felice della sua vita normale: “Ho avuto il massimo e non ho avuto nulla, se mi dicessero che potrei avere quello che avevo prima, direi di no”.
A cura di Andrea Parrella
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La sua carriera nel mondo del cinema si era di fatto conclusa con il botto, con il massimo, ottenere più di quanto potesse ottenere. Avvenne quando Michael Oliver era solo un bambino e, forse, di quella celebrità non comprendeva il reale valore, ma ne percepiva solo alcune sfumature. Per chi non lo sapesse, questo ragazzo, oggi un uomo più che formato, era il volto di riferimento di uno dei film più noti ai più, che tante serate della nostra infanzia ha animato: Piccola Peste. Era lui il bambino dai capelli rossi che non faceva altro che combinare guai e malefatte, volontariamente o meno (ed ecco com'è oggi, quel ghigno malefico non lo ha perso). A distanza di molti anni da quel film, Oliver non ha più la stessa visibilità di un tempo, anzi ha deciso di abbandonare il jet set (forse anche per le ingerenze di sua madre, che si procurò una denuncia per estorsione dopo aver richiesto una cifra impensabile alla produzione del secondo film). Fatto sta che in un'intervista Oliver ha raccontato in un podcast del suo rappporto con il mondo del jet set e, più in generale, della celebrità, facendo anche riferimento agli effetti che quella causa nei confronti della sua famiglia ha provocato un vero e proprio tracollo morale: "Abbiamo passato molto tempo con degli amici e lentamente ci siamo ripresi, ma per un paio d'anni siamo stati davvero male". Oliver racconta infatti di come la sua carriera si sia arrestata proprio a quel punto:

Credo si sia trattato di una separazione reciproca tra me e l'industria del cinema. Mi sembrava di aver dato tutto. Ho cominciato a realizzare che desideravo una vita normale. Mi sono fatto il mazzo, ho fatto diversi lavori per avere un'esistenza normale e sono felice così

Adesso Oliver è un tecnico informatico e non potrebbe apparire più felice di così: "Ho visto la cima, il massimo, so come siano entrambi gli estremi. Se qualcuno oggi mi dicesse che potrei tornare dov'ero prima della causa con la mia famiglia, direi di no, lo declinerei. Una delle cose che ho capito col tempo è quanto sia preziosa la privacy. Andare al cinema con i tuoi amici, essere riconosciuto per delle fotografie da persone che non capiscono tu voglia semplicemente vedere un film. E' bello ed esaltante quando le persone ti dimostrano questa riconoscenza, ma non si può dire che la cosa non stanchi col tempo". Ovviamente, quando gli viene chiesto quale sia il suo rapporto con il film "Piccola peste", che tanto l'ha reso famoso, lui risponde: "Lo evito come la peste".

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