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L’ultima lettera di Alan Rickman: “In Piton c’è molto di più di un costume sempre uguale”

Alan Rickman aveva scritto una lunga lettera di addio ai fan di Harry Potter quando terminò le riprese dell’ultimo film della saga: “C’è il bisogno antico di farsi raccontare storie. E le storie hanno bisogno di un grande narratore, quindi grazie di tutto”.
A cura di G.D.
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"Lily, dopo tutto questo tempo?" "Sempre". Una delle frasi più iconiche, dove il misterioso professore Severus Piton finalmente si mette a nudo confessando il suo amore per la madre di Harry Potter. Questa è una delle frasi con cui i fan di Harry Potter hanno ricordato, attraverso i social, Alan Rickman, morto all'età di 69 anni a causa di un cancro. Il grandissimo attore di teatro, interprete di tanti ruoli importanti, dal cattivissimo Gruber in "Trappola di Cristallo" allo sceriffo di Nottingham in "Robin Hood – Il principe dei ladri", è il protagonista delle timeline Facebook degli ultimi due giorni. I fan della saga magica di Hogwarts hanno, simbolicamente, alzato le bacchette al cielo e molti hanno ricordato quella che è stata l'ultima lettera che Alan Rickman ha scritto  per i fan di Harry Potter, pubblicata dalla rivista Empire nel 2011.

Terminate le riprese di Harry Potter e i Doni della Morte, Alan Rickman lavorò al personaggio di Severus Piton per l'ultima volta. Decise così di scrivere ai fan della saga:

Sono appena tornato dallo studio di doppiaggio dove in un microfono ho parlato come Severus Piton per l'ultima volta. Sullo schermo apparivano immagini in flashback di Daniel, Emma e Rupert di dieci anni fa. Avevano dodici anni. Sono anche tornato di recente da New York, ed ho visto Daniel cantare e ballare (davvero brillante) a Broadway. Sembra che una vita intera sia passata in pochi minuti. Tre bambini sono diventati adulti da quando una telefonata di JK Rowling, che conteneva un piccolo indizio, mi convinse che c'era molto di più in Piton di un costume sempre uguale, e che anche se erano stati pubblicati solo tre libri, lei aveva già tutta la sua storia in mente, enorme e delicata. Il bisogno antico di farsi raccontare storie. E le storie hanno bisogno di un grande narratore, quindi grazie di tutto, Jo.

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