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Le 10 cose di “E.T. – L’extra-terrestre” che ancora non sapevate

Era l’11 giugno 1982 quando Steven Spielberg portava nelle sale uno dei film di fantascienza più belli di sempre. Il segreto del successo sta nelle tematiche di base trattate, molto care al regista: la crescita, il rispetto e la tolleranza, sempre attualissime. Vincitrice di 2 Golden Globe e 4 Oscar, la pellicola è un cult assoluto del cinema mondiale, ma ci sono 10 curiosità che ancora non conoscevate.
A cura di Ciro Brandi
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Probabilmente, Steven Spielberg, nel 1982, non sapeva che avrebbe diretto uno dei film di fanstascienza più belli e amati di tutti i tempi. “E.T. – L’extra-terrestre”, distribuito dalla Universal Pictures l’11 giugno 1982 in USA, divenne un successo enorme al botteghino, sorpassando, a quel tempo, “Guerre Stellari” di George Lucas, nella classifica dei film che hanno incassato di più nella storia del cinema. Il segreto del successo sta proprio nelle tematiche di base trattate, molto care al regista: la crescita, il rispetto e la tolleranza, sempre attualissime. La pellicola ha ottenuto decine e decine di premi, ma i più importanti restano i 2 Golden Globe e i 4 Oscar (su 9 nomination), ma oggi, a 32 anni dall’uscita, vi proponiamo 10 curiosità che dovete assolutamente sapere per apprezzare ancora di più questo immortale capolavoro del cinema.

1. Spielberg e il suo amico alieno immaginario

Spielberg ha raccontato di essere riuscito a superare il trauma del divorzio dei suoi genitori, quando era piccolo, con un alieno immaginario che gli facesse compagnia. Quei ricordi tornarono alla mente ne 1978 e voleva farne un film, ma il progetto fu accantonato a causa delle riprese di “1941: Allarme a Hollywood”. L'idea, però, gli rimase sempre nella testa.

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2. Un alieno brutto ma non spaventoso

Spielberg e la produttrice Kathleen Kennedy assoldarono la sceneggiatrice Melissa Mathison che aveva già una sua idea di come doveva essere E.T. Col regista, arrivarono alla decisione che doveva essere brutto ma non spaventoso, una sorta di "tartarurga senza guscio" che ispirasse amore e affetto.

3. La scelta dei piccoli protagonisti

Spielberg provinò ben 300 ragazzi. effettuò il provino di oltre trecento ragazzi per i ruoli. Il regista aveva già conosciuto la piccola Drew Barrymore durante i provini per “Poltergeist – Demoniache presenze” e si ricordò di lei e della sua spontaneità, così le affidò la parte della piccola Gertie.  Per il ruolo di Elliott fu scelto Henry Thomas che, durante la lettura del copione, non aveva colpito Spielberg, ma ottenne la parte in un'improvvisazione in cui E.T. veniva portato via dal Governo. Henry Thomas pianse davvero, convincendo tutti.

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4. L’omaggio a “Miracolo a Milano” di De Sica

La scena del volo in bicicletta è una citazione del film “Miracolo a Milano” (la scena del volo sul Duomo), diretto da Vittorio De Sica, nel 1951 e amatissimo da Spielberg.

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5. Un set blindato

Per motivi di sicurezza e segretezza, il titolo provvisorio del film fu “A Boy's Life”. Sul set, chiunque doveva essere munito di un tesserino di riconoscimento. Tuttavia, all'inizio il logo della Universal Pictures venne riprodotto alla rovescia. Ciò per garantire una lavorazione tranquilla e priva di “infiltrazioni” esterne.

6. Le scene improvvisate

Per la prima volta nella sua carriera, Spielberg utilizzò uno storyboard, così da garantire maggiore spontaneità nelle performance. I tre protagonisti vennero anzi incoraggiati ad improvvisare e, infatti, la battuta di Gertie, "Non mi piacciono i suoi piedi", quando vede E.T. per la prima volta, fu inventata dalla piccola Drew Barrymore, così come l'intera scena tra l'alieno ed Elliott, dove quest'ultimo mostra i suoi giocattoli.

7. Il cameo tagliato di Harrison Ford e l’omaggio a “Guerre Stellari”

Nel film era presente il cameo di Harrison Ford, nel ruolo del preside di Elliott. Il regista decise di tagliarlo in quanto avrebbe distratto il pubblico dalla storia, ma nella scena di Halloween viene citato un altro personaggio della saga del suo amico Lucas, Yoda, che viene scambiato da E.T. come un suo simile. Durante la scena si può sentire il tema musicale del personaggio, tratto proprio dal film “Guerre stellari – L'Impero colpisce ancora”.

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8. La straordinaria colonna sonora

La colonna sonora del film è stata composta dal fenomenale John Williams, collaboratore abituale di Spielberg. Per il maestro fu molto difficile, in quanto dovette comporre commenti musicali per scene di cui aveva visionato solo la versione provvisoria. Successivamente, Spielberg rimontò le scene, in modo che combaciassero alla perfezione con la musica. Per il suo lavoro su “E.T. l'extra-terrestre”, Williams vinse il suo quarto Oscar.

9. La istruzioni di Spielberg per la creazione di E.T.

Spielber diede precise istruzioni agli artisti che doveva creare E.T. Il simpatico alieno doveva essere alto un metro, con un collo telescopico e piccoli piedi grassocci. Si rivolse, quindi, a Carlo Rambaldi, col quale aveva già collaborato in “Incontri ravvicinati del terzo tipo” con cui decise che il viso dell'alieno doveva ispirarsi a quelli di Carl Sandburg, Albert Einstein ed Ernest Hemingway.

10. I riferimenti a Peter Pan

Diversi elementi del film fanno riferimento a “Le avventure di Peter Pan”, il famoso film della Disney. Precisamente, i bambini sperduti sarebbero i tre protagonisti; E.T. non sarebbe sopravvissuto sulla Terra, così come Peter Pan sull'Isola che non c'è mentre i pirati sono rimpiazzati dagli scienziati del governo.

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