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La recensione di Mozzarella stories

Edoardo De Angelis, classe 1978, con questo suo lungometraggio d’esordio stupisce e affascina. Il regista ha arruolato un cast veramente eccezionale dando vita ad una commedia nuova, fresca e reale.
A cura di Ciro Brandi
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Caserta 1999. Ciccio DOP è una sorta di Scarface della mozzarella, signore di un impero immenso ed estremamente redditizio, retto dall’”oro bianco”. Col tempo il buon Ciccio dovrà fare i conti con una minaccia che arriva dall’Oriente, che porterà scompiglio e crisi nel settore caseario.  La minaccia è rappresentata dagli imprenditori cinesi, i quali hanno riempito ristoranti e supermercati con mozzarella di ottima qualità a prezzi ridottissimi. Che la guerra abbia inizio.

Edoardo De Angelis, classe 1978, con questo suo lungometraggio d’esordio stupisce e affascina. Il regista ha arruolato un cast veramente eccezionale: Sofia, la figlia di Ciccio DOP è interpretata dalla sensuale e bravissima Luisa Ranieri, lanciatissima ormai nel panorama cinematografico italiano; il cantante neomelodico Angelo Tatangelo (lo so, avete già riso leggendo il nome!) ha le fattezze dello spettacolare Massimiliano Gallo, ammiratissimo da critica e pubblico a teatro e in “Fortapàsc” (2009), nei panni di Valentino Gionta, e qui goliardica e divertente macchietta di personaggi realmente esistenti nella cultura moderna del Sud. A completare il tutto troviamo l’attrice Aida Turturro (la “strabordante” Autilia) cugina del più celebre John, Massimiliano Rossi, nel ruolo dell’ex campione di pallanuoto Dudo e altri personaggi “particolari” interpretati grandiosamente da Tony Laudadio, Giovanni Esposito, Andrea Renzi.

Non è facile costruire una pellicola diversa da tutte quelle escono ogni settimana nelle nostre sale, ma De Angelis sembra esserci riuscito. Nessuna concessione alla volgarità, alle battute stupide e facili, ai dialoghi “riempitivi”, niente di tutto questo. La tecnica registica strizza l’occhio a Tarantino, Scorsese e al nostro Sorrentino (chapeau!), passando per Kusturica (qui in veste di produttore) e scenografie, fotografia (di Ferran Paredes), sceneggiatura risultano davvero ben fatte e congegnate. Il microcosmo folkloristico e “colorato” che De Angelis dipinge è grottesco, volutamente kitsch, provincialotto, cinico aggressivo e mansueto allo stesso tempo, ma splendido alla vista, divertente e spassoso, in un periodo in cui il nostro cinema offre solo blande storielle sentimentali o socio-politiche, il suo film è una manna.

Il regista, con “Mozzarella stories”, ci presenta un paese ancora incapace di reagire alla concorrenza, al nuovo, alla globalizzazione, alle nuove tecnologie, concetti visti quasi come “pirati” o “sciacalli” da combattere. Ovviamente il tutto è velato dalla commedia, ma è “tristemente” vero. Bravo De Angelis!

Voto: 7

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