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Nastri d’argento 2017: Vince “Uomo in mare” di Palamara con Marco D’Amore

Premio speciale ai Nastri d’Argento 2017 per “Uomo in mare”, il cortometraggio di Pietro Albino Di Pasquale ed Emanuele Palamara con Marco D’Amore, spietato boss di “Gomorra” che nel film veste i panni di un ex testimone di giustizia.
A cura di Stefania Rocco
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Premio speciale ai Nastri d’Argento 2017 per il cortometraggio “Uomo in mare”, scritto da Pietro Albino Di Pasquale ed Emanuele Palamara. Il film ha ricevuto il “Corto D'Argento” per motivi estetico-drammaturgici e per la particolare attenzione all’attualità, soprattutto nel sociale. È stato selezionato all’interno di una lista composta da 35 film e fiction scelti dal sindacato dei giornalisti. Si tratta del premio più importante del cinema italiano.  Palamara, a soli trent'anni, viene riconosciuto come regista di talento con il più alto riconoscimento del cinema italiano. Emozionato, ha commentato:

Un premio al lavoro di tutti, un grande gruppo con cui ho condiviso due esperienze straordinarie (La smorfia e Uomo in mare) e con cui voglio continuare la mia carriera.

Orgoglioso di questo ennesimo successo il protagonista D'Amore:

Questo premio è un suggello al coraggio e alla determinazione. Coraggio di parlare di temi che riguardano la comunità ma sono taciuti, determinazione di portare avanti il progetto nonostante le difficoltà e la mancanza di aiuti. Ma forse non potrebbe essere che così quando si parla di vite spezzate, di umanità reiette: bisogna trovarsi a vivere una analoga solitudine. Grazie ad Emanuele Palamara, Pietro Albino Di Pasquale, Daniele Barbato e tutti quelli che hanno lavorato al film anche io ho avuto la possibilità di accogliere il grido disperato del protagonista di Uomo in mare e tuffarmi in acqua nello strenuo tentativo di salvarlo, come esige una antica legge del mare ahimè dimenticata in terra.

“Uomo in mare” è una produzione firmata dalla Bro Company in collaborazione con CinemaFiction e Officina Azzurra. La storia ha per protagonista l’attore Marco D’Amore, il feroce Ciro Di Marzio della fiction “Gomorra”. All’interno del cortometraggio l’interprete veste i panni di un ex testimone di giustizia. Oltre a D’Amore, nel cast figurano attori quali Antonio Sepe, Fabio Balsamo e Lavinia Guglielman. Il premio è stato consegnato il 20 aprile 2017 alla casa del Cinema. Il Corto d'Argento è motivo d'orgoglio anche per  Daniele Barbato, Produttore e Amministratore BroCompany:

Siamo felici perché, in questo preciso momento storico, "un Premio Speciale per la particolare attenzione all'attualità, soprattutto nel sociale", rappresenta tanto. Volevamo parlare di un delicato dramma tutto italiano e grazie soprattutto alla bravura di Emanuele ci siamo riusciti. Ed è proprio per questo che sosteniamo la libertà di espressione in ogni sua forma, in Italia e nel mondo. Non possiamo quindi non dedicare questo premio a Gabriele Del Grande, nella viva speranza che torni presto a casa!

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“Uomo in mare”, la storia di un testimone di giustizia abbandonato dallo Stato

Il film che ha per protagonista Marco D’Amore, che nella pellicola si chiama semplicemente Marco, racconta la storia di un testimone di giustizia abbandonato dallo Stato, organismo che non è in grado di restituirgli la protezione necessaria a garantire la salvezza sua e delle persone che lo hanno seguito, la moglie (Lavinia Guglielman) e il figlio Matteo (Antonio Sepe). Ad aiutare il protagonista sarà soprattutto il piccolo Matteo che, nello squallore di una casa fatiscente sita in una Castel Volturno degradata, inventa un gioco attraverso il quale tenta di esorcizzare la paura. Ed è da quel gioco, che restituisce il riflesso di un desiderio profondamente radicato, che il film prende il nome: un soldatino di plastica affondato all’interno della spugna di un asciugamano azzurra che rappresenta, appunto, l’uomo in mare che attende di essere salvato da un elicottero immaginario, che si leva, come lo Stato dovrebbe fare, a tendere una mano a quell’individuo che lo ha servito e che adesso giace abbandonato, inerme, preda del terrore e della sua stessa angoscia.

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