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Nymphomaniac è nelle sale all’estero, le prime reazioni al film scandalo

Il film di Von Trier, senza distributore in Italia prima che qualche giorno fa si facesse avanti Lapo Elkann, è uscito all’estero. I pareri sono contrastanti, e qui in Italia non vediamo l’ora di poterne scrivere.
A cura di A. P.
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La strategia comunicativa utilizzata per far circolare Nymphomaniac, ultimo film (scandalo) di Lars Von Trier, è stata a dir poco geniale, sottile, mai invadente, molto curata. Al punto che oggi, un lungometraggio della durata di più di cinque ore (fino a qualche giorno fa senza un distributore italiano, prima che Lapo Elkann si facesse avanti), fa la cosiddetta agenda cinematografica, imponendosi come un titolo sulla bocca di tutti. Al centro di tutto è chiaramente l'aspetto sessuale, che a quanto pare Von Trier ha trattato, più che in maniera triviale, senza filtro alcuno: è la chiave di volta attraverso la quale il film sarà giudicato. Ma come ha reagito la critica, lì dove il film è già arrivato?

I pareri, per quanto con qualche divergenza nella base argomentativa, tendono a convergere verso un parere positivo, fatta qualche eccezione. Peter Debruge su Variety, ad esempio, si concentra proprio sull'esaltazione del valore provocatorio dell'utilizzo di immagini spinte: "l’enfant terrible del cinema mondiale Lars von Trier offre un lavoro di carriera che comprende il progetto di scioccare, provocare e infine illuminare il pubblico. Il film offre uno sguardo spesso con riferimenti all’arte, la musica, la religione e la letteratura, anche se spinge con riprese di atti precedentemente relegati alla sfera della pornografia. Anche così, in questo taglio di “Nymphomaniac”, l’unica intenzione di von Trier è di tipo intellettuale, rendendo l’immagine filosoficamente rigorosa. (…) Il regista intende ancora scandalizzare ma le persone possono trovare immagini molto più esplicite con una semplice ricerca su Google". 

Il Time Out London è invece di parere diametralmente opposto, il film non avrebbe molto valore né come valore in sé, né se paragonato ai lavori precedenti del cineasta: "Nymphomaniac è un’orgia tra il sublime e il ridicolo… caotica e non particolarmente bella, il film ha spirito più punk che radicale di Idioti o di Dogville che la brillantezza del dramma Melancholia o Antichrist". E di avviso similare resta Todd McCarthy,  dell'Hollywood Reporter: "Un disclaimer all’inizio afferma che il regista non approva questa versione “ridotta e censurata” predisposta dal produttore, anche se le note stampa fornite spiegano che il regista ha “approvato questa versione” al fine di “creare coesione tra ogni strategie di distribuzione del paese”. (…) Non vi è alcun senso di materiale mancante, e lo stile di taglio e l’utilizzo della musica sono inequivocabilmente quelli del regista. (…) Gli scambi tra Charlotte Gainsbourg e Stellan Skarsgård rimangono per lo più sul lato oscuro, ma entrambi gli attori mantengono il discorso interessante. Anche se curato dallo stesso direttore della fotografia, Manuel Alberto Claro, Nymphomaniac non possiede la stessa lussureggiante bellezza oscura dell’ultimo film di von Trier, Melancholia, ma ha ancora momenti di fisicità impressionante. Le scelte musicali sono eclettiche".

E' invece una B+ la valutazione che Boyd Van Hoeij ha dato per conto del giornale IndieWire: "Nymphomaniac è davvero un lavoro importante che cerca e, in larga misura, riesce a sintetizzare organicamente il mondo e le idee di von Trier in una tentacolare e ambiziosa favola cinematografica. Un po’ scioccante dato l’argomento, il materiale più stimolante nel film non è il sesso esplicito, ma come la sessualità è discussa e capita. Trattandosi di un film di von Trier, c’è una buona dose di umorismo, troppo. (…) È interessante notare che, almeno in questa versione, la maggior parte del sesso è relativamente addomesticato, con quasi nessuna penetrazione sullo schermo. Anche così, “Nymphomaniac”, certamente contiene più peni, in vari stati di eccitazione, di qualsiasi film narrativo recente al di fuori della pornografia. (…) Certo, la dicotomia amore e sesso è un territorio fertile per qualsiasi film. (…) Charlotte Gainsbourg riesce a trasformare Joe in più di una semplice portavoce delle idee di von Trier". 

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