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Oliwia Dabrowska oggi: la bimba col cappotto rosso di “Schindler’s List” lavora in una libreria

Nel 1993, è diventata nota in tutto il mondo per il drammatico ruolo della bimba col cappotto rosso nel capolavoro di Spielberg, “Schindler’s List”. Oliwia Dabrowska, però, ha raccontata di essere stata traumatizzata per anni ed oggi ha lasciato il cinema per gli studi da bibliotecaria e un lavoro in una libreria.
A cura di Ciro Brandi
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Nel 1993, usciva nelle sale “Schindler’s List – La lista di Schindler”, capolavoro assoluto di Steven Spielberg, ispirato al romanzo di Thomas Keneally e basato sulla storia vera di Oskar Schindler, l’imprenditore tedesco che salvò 1.100 ebrei dai campi di sterminio. Nel cast, c’erano Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes e la pellicola riuscì a portare a casa ben 7 statuette. Una delle scene simbolo del film è quella con la bambina col cappotto rosso che contrastava con le immagini in bianco e nero della pellicola. Quella bimba è Oliwia Dabrowska, oggi 28enne, nata a Cracovia, in Polonia, che però per moltissimi anni, è rimasta scioccata da quell’esperienza.

La scena della bimba col cappotto rosso

La bimba col cappotto rosso compare durante la terribile scena del massacro del ghetto di Cracovia. Oskar Schindler – interpretato da Liam Neeson – si ritrova davanti a quell’orribile spettacolo orribile della deportazione, scorgendo la bimba tra i soldati, per ritrovarla poi ammassata su un carriola piena di corpi, destinata alle fiamme. È da quel momento che Schindler si accorge veramente dell’inferno e delle atrocità inaudite che stanno accadendo intorno a lui, e decide fermamente di fare tutto il possibile per salvare il maggior numero di ebrei dallo sterminio di massa.

Il trauma della Dabrowska e la promessa infranta con Spielberg

La Dabrowska, che all’epoca aveva all’incirca 3 anni, In un’intervista al Times di Londra, ha rivelato di essere stata segnata e traumatizzata da quel ruolo. L’attrice aveva promesso a Steven Spielberg che non avrebbe guardato la pellicola fino ai 18 anni, invece lo ha fatto quando ne aveva appena 11 e la reazione fu sconvolgente:

Era veramente orribile. Non capivo tanto all’epoca, ma ero sicura che non l’avrei mai più rivisto in vita mia. Mi vergognavo di essere nel film ed ero arrabbiatissima con mia mamma e mio padre quando dissero a tutti che la bambina nel film ero io. Quelli che lo avevano saputo dicevano che ero stata brava, ma cominciavano a farmi domande sull' Olocausto a cui non sapevo rispondere.

Questo, però, accadeva quando aveva 11 anni. Appena compiuti i 18, infatti, la Dabrowska ha rivisto il film e si è resa conto di aver preso parte a qualcosa di cui poteva essere veramente orgogliosa. Spielberg aveva ragione, per poter apprezzare il film dovevo crescere e maturare.

La nuova vita tra studi da bibliotecaria e lavoro in una libreria

Dopo “Schindler’s List – La lista di Schindler”, Oliwia Dabrowska ha preso parte ad un altro film, intitolato “Gry uliczne”, di Krzystof Krauze, uscito nel 1996 solo in Polonia, Ungheria e Lituania, dopodiché, ha deciso di cambiare vita e di non dedicarsi più al cinema. Successivamente, infatti, è tornata a Cracovia per dedicarsi esclusivamente agli studi universitari e diventare bibliotecaria, lavorando part-time in una libreria della sua città. Per tutti, quindi, resterà per sempre la bambina col cappotto rosso.

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