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“Omar Sharif è morto solo e arrabbiato, sprecò il suo talento nel gioco d’azzardo”

All’indomani della scomparsa, il Daily Mail rievoca i lati più oscuri del celebre divo egiziano. Dalla passione viscerale per il gioco d’azzardo ai bagordi tra donne e alcool con il collega Peter O’Toole, dai numerosi flirt con le colleghe di set al senso di solitudine provato per tutta la vita: “Non ho mai avuto rimpianti, però. Se tornassi indietro rifarei tutto”, dichiarò lui stesso.
A cura di Valeria Morini
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Il mondo del cinema sta piangendo la scomparsa di Omar Sharif, non solo l'attore egiziano più famoso al mondo ma certamente tra i volti maggiormente iconici nell'intera storia della settima arte. Alla notizia della sua morte, avvenuta ieri per un arresto cardiaco (l'attore aveva 83 anni), sono tantissimi i messaggi di cordoglio arrivati da star come Antonio Banderas, Alec Baldwin e Barbra Streisand. Come avviene per ogni lutto illustre, all'indomani della tragedia ecco arrivare i bilanci e gli aneddoti sulla celebrità che ci ha lasciato. Dal sito britannico Daily Mail, spunta così un ritratto inedito del divo, che ne ricostruisce la personalità e la lunga esistenza con particolari decisamente drammatici. Interprete forbidabile in film come "Lawrence d'Arabia", "Il dottor Zivago" e "Funny Girl", sex symbol molto amato dal pubblico femminile e, negli ultimi anni, decano dall'aspetto di un nonno rassicurante. Tutto questo è stato Omar Sharif. Dietro alle luci, però, si nascondono sempre delle ombre.

Donne, alcool e gioco d'azzardo

Come ammise il figlio alcuni mesi fa, Sharif negli ultimi tempi è stato affetto da una grave forma di Alzheimer. Il tabloid inglese ricostruisce gli ultimi anni di vita e i lati oscuri di Sharif, descrivendolo come un uomo che è morto "solo e arrabbiato" e che, per sua stessa ammissione, avrebbe sprecato il suo talento e la sua carriera nei vizi.

Divenuto celebre nel 1962 per il capolavoro "Lawrence d'Arabia", Sharif divenne presto compagno d'avventure di Peter O'Toole, suo partner sul set di quel film. Entrambi colossali bevitori e seduttori impenitenti (O'Toole era letteralmente ossessionato dal sesso), pare che i due attori si divertirono parecchio durante le pause nella lavorazione del film. Ogni volta che potevano, andavano a Beirut a gozzovigliare nei locali a luci rosse, tra bagni in vasche ricolme di champagne e stipendi persi al gioco in una sola notte. "Bevevamo senza fermarci per 48 ore. Cercavamo ragazze in tutti i bar e nightclub", ha rievocato lo stesso Sharif nella sua autobiografia.

La passione per il bridge

Nonostante il matrimonio con Faten Hamama e la conversione all'Islam nel 1955 (Omar era nato da genitori cattolici di origine libanesi), donne e alcool non mancavano mai. A queste due abitudini, Sharif aggiunse quella che è stata forse la sua più grande passione. L'attore egiziano è stato fin dalla giovinezza un incallito giocatore, specializzato nel bridge: un'abilità ereditata dalla madre, che era solita giocare a carte con il re d'Egitto Farouk. Secondo quanto racconta il Daily Mail, Sharif sperperò gran parte delle sue sostanze nel gioco d'azzardo e lo fece senza troppi rimpianti. "Preferisco essere un buon giocatore che fare brutti film", dichiarò una volta.

Da Barbra Streisand a Barbara Bouchet, tutti i flirt di Sharif

Dopo l'inevitabile divorzio dalla moglie nel 1966, Sharif perpetrò la sua fama di dongiovanni, grazie a una serie di relazioni con colleghe del mondo del cinema. Dopo i flirt con Tuesday Weld e Diane McBain, ebbe una celebre storia con Barbra Streisand, conosciuta sul set di "Funny Girl". L'amore tramontò poco dopo la fine delle riprese; quindi, seguirono liason altrettanto fulminee con Catherine Deneuve e Barbara Bouchet, con la quale posò per alcuni scatti hot e senza veli pubblicati su Playboy.

Tentò il suicidio per il cinema, ma il ruolo di star lo rese "un uomo solo"

La sua lunga carriera, iniziata in giovane età nonostante il parere contrario del padre (che lo spinse addirittura a tentare il suicidio) ha portato a Sharif molte soddisfazioni ma anche qualche rammarico. In età avanzata, dichiarò: "Il cinema mi ha dato la gloria, ma mi ha dato anche la solitudine. Ho perso la mia terra, la mia gente e il mio paese". Comunque popolarissimo in Egitto, Sharif ha passato gran parte della sua vita in giro per il mondo, interpretando personaggi delle più diverse nazionalità. Ha avuto un figlio, Tarek, e due nipoti, Karim e Omar Jr (quest'ultimo è un noto attore nonché un attivista per i diritti dei gay). Benché fosse attaccato alla famiglia, ha trascorso gli ultimi anni della sua vita vivendo in albergo a Parigi, Londra e, in ultimo, sul Mar Rosso.

Pochi amici, tanta solitudine, la malattia della fase finale. Eppure, al termine di una vita vissuta intensamente, sembra che il divo egiziano dagli intensi occhi neri non abbia mai avuto rimpianti: "Non conosco il significato di quella parola. Se tornassi indietro, farei le stesse cose. Per fortuna, non ho fatto solo schifezze per soldi. Ho avuto alcuni grandi momenti". Lo confermano la sua filmografia, le sue immense interpretazioni, il Leone d'oro alla carriera nel 2003.

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