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Ryan O’Neal, l’indimenticabile Oliver del cult “Love Story” compie 75 anni

Il ruolo di Oliver Barrett IV nel cult “Love Story”, del 1970, lo ha reso un’icona in tutto il mondo. Ryan O’Neal, 75 anni il 20 aprile, da allora ha girato 32 film, tra cui “Paper Moon” e il fantastico “Barry Lyndon”, ma la sua vita non è stata proprio una passeggiata. Tra problemi di salute e legali e la perdita dell’amata Farrah Fawcett, il divo ha avuto sempre la forza di rialzarsi e reinventarsi come attore in famose serie tv.
A cura di Ciro Brandi
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Ha fatto commuovere intere generazioni con il film cult “Love Story”, di Arthur Miller, bellissima ma sfortunata storia d’amore tra Oliver Barrett IV (O’Neal) e Jennifer Cavalleri (Ali MacGraw). Era il 1970, e il mondo intero s’innamorò di quell’affascinante ragazzone biondo. Da allora, Ryan O’Neal, ha girato 32 film e partecipato a circa 10 tra serie e e film tv. La sua vita è stata caratterizzata da continui alti e bassi, problemi legati alla droga e all’alcol, malattia e dalla perdita dell’ultimo suo grande amore, Farrah Fawcett, proprio come accadeva nel film di Miller. L’attore si è sempre, faticosamente, rialzato, reinventandosi come attore in famose serie tv a 75 anni.

Gli esordi in televisione e i primi film

O’Neal nasce a Los Angeles il 20 aprile 1941 da Patricia O’Neal, attrice, e dallo sceneggiatore Charles O’Neal. Il figlio d’arte ha frequentato prima  il Munich American Highs School a Monaco e poi è tornato in patria, dimostrando, fin da giovanissimo, di avere una forte propensione allo sport, in particolare per il pugilato e una grande passione per la recitazione. I privi lavori su un set lo vedono nei panni di stuntman, per poi approdare in alcune serie tv come “The Many Loves of Dobie Gillis”(1960), “Gli intoccabili”(1960) e “Leave It To Beaver”(1961), ma sono ancora piccole parti. L’esordio sul grande schermo avviene nel 1961 con il film “Il ranch della violenza”, diretto da Arthur Miller, dove O’Neal recita accanto a Charles Bronson. L’anno dopo, sposa l’attrice Joanna Moore, dalla quale avrà i figli Tatum e Griffin, entrambi attori (il primo premio Oscar). Il matrimonio durerà solo 4 anni, dato che nel 1967, l’attore incontra l’attrice Leigh Taylor-Young e se ne innamora perdutamente. Dalla loro unione nascerà il suo terzo figlio, Patrick. Nel 1963, O’Neal entra a far parte del cast della serie tv “Il virginiano” e nel 1964 in “Perry Mason”, anche a dargli maggiore popolarità sarà la soap-opera “Peyton Place”, dove l’attore vestirà i panni di Rodney dal 1964 al 1969

Il successo di “Love Story” e la nomination agli Oscar

La grande occasione arriva nel 1970, quando Arthur Hiller lo vuole per “Love Story”, film cult degli anni ’70 che, ancora oggi, è considerato uno dei film più commoventi della storia del cinema. O’Neal è Oliver, figlio di un finanziere, che s’innamora di Jenny (Ali MacGraw), figlia di un pasticcere di origine italiana. I due si conoscono nella biblioteca dell'università e, nonostante l’opposizione di suo padre, Oliver sposa Jenny. I ragazzi lavorano sodo e raggiungono un discreto benessere, ma poco dopo a Jenny viene diagnosticata una leucemia che in breve la porta alla morte. Il film fu candidato a 7 Oscar, portando a casa solo quello per la stupenda musica di Francis Lai, e anche O’Neal fu nominato come Miglior attore protagonista. L’attore, però, riuscì a vincere il David di Donatello come Miglior attore straniero. Successivamente, gira “Uomini selvaggi”(1971) di Blake Edwards e inizia un sodalizio professionale con Peter Bogdanovich, col quale girerà “Ma papà ti manda da sola?”(1972), “Paper Moon”(1973) che gli regalerà un Golden Globe e “Vecchia America”(1963), accanto a Burt Reynolds.

“Barry Lyndon” e il sequel di “Love Story”

A cinque anni dal clamoroso successo di “Love Story”, O’Neal viene chiamato da Stanley Kubrick per il fenomenale cult “Barry Lyndon”(1975), nel quale l’attore interpreta il difficile e complesso ruolo del protagonista Redmond Barry Lyndon, un giovane che, nell’Irlanda del ‘700, si arruola nell’armate inglese durante la Guerra dei Sette Anni, per poi disertare e fuggire in Inghilterra, dove inizierà una scalata sociale senza scrupoli. Il film vince 4 Oscar, ma O’Neal resta, di nuovo, a bocca asciutta. Il successo degli anni ’70 continua con le pellicole “Quell’ultimo ponte”(1977), di  Richard Attenborough, con Michael Caine, Sean Connery e Anthony Hopkins, “Oliver’s Story”(1978), sequel di “Love Story”, diretto da John Korty che non ottenne minimamente il successo del primo film, e “Ma che sei tutta matta?”(1979), di Howard Zieff.

La storia d’amore con Farrah Fawcett e i problemi di salute

Dopo tante storia d’amore, O’Neal, verso la fine degli anni ’70, s’innamora di Farrah Fawcett, star della serie tv cult “Charlie’s Angels”, dalla quale avrà il figlio Redmond. Durante gli anni ’80 e ‘90, però, inizia la fase calante della sua carriera. I film di maggior rilievo sono: “Le febbre del gioco”(1985) di Richard Brooks, “Uno strano caso”(1989) di Emile Ardolino, “Sacrificio d’amore”(1989) e “Hollywood brucia”(1997) di Alan Smithee, ma tutti con scarso seguito di pubblico. L’attore scopre anche di essere affetto da leucemia, contro cui combatterà fino al 1997, uscendone vincente.

I problemi legali e la rinascita nelle serie tv

Le cose non vanno meglio neanche all’inizio degli anni Duemila. Gli unici film di rilievo sono “People I Know”(2002) di Daniel Argant, dove l’attore recita accanto ad Al Pacino e Kim Basinger e “Waste Land”(2007) di Rebecca Chaney. O’Neal, ancora una volta, cerca di riprendersi partecipando alle serie tv “Miss Match”(2005) e “Desperate Housewives”(2005), ma la situazione crolla nel 2007, quando viene arrestato con suo figlio Griffin per possesso d’arma da fuoco e nel 2008, altri due figli, Ryan e Redmond, vengono arrestati per possesso di stupefacenti. Il 2008 è un anno orribile anche sul fronte sentimentale. Infatti, Farrah Fawcett scopre di essere stata colpita da un cancro al colon e, purtroppo, l’attrice morirà nel giugno 2009. Negli ultimi anni, l’attore ha avuto, di nuovo, la forza di rialzarsi e ha preso parte alla serie tv “90210”, ai film “Slumber Party Slaughter”(2012) e “Knight of Cups”(2015) di Terrence Malick e – dal 2006 al 2015 – ha fatto parte del cast della famosa serie tv “Bones”, nel ruolo di Max Keenan.

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