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Salvatores e la sua famiglia felice

Gabriele Salvatores presenta Happy Family, la sua nuova commedia con Fabio de Luigi. In uscita in 300 copie il 26 marzo.
A cura di Emanuele Rauco
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gabriele salvatores

Un milanese a Roma: il titolo di una commediola anni ’50 pare il sottotitolo adatto per Gabriele Salvatores, che al cinema 4 Fontane di Roma ha presentato il suo nuovo, ottimo film, Happy Family, una commedia stilizzata e iperrealista sulla scrittura e la creazione tratta da un’opera teatrale di Alessandro Genovesi e interpretata da un grande cast capitanato da Fabio De Luigi e impreziosito da Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris e Valeria Bilello.

Il film racconta del rapporto bizzarro tra Ezio, sceneggiatore, e i suoi personaggi, due nuclei familiari che forse si uniranno tra loro e in cui forse Ezio troverà l’amore: meta-linguistico, ma soprattutto “un’enorme lavoro di messinscena in cui ogni colore e ogni dominante hanno un rapporto preciso e sottile tra scene e personaggi”, come dice il regista Salvatores, sceneggiatore assieme all’autore della pièce di un film che racconta come nasce una storia e un film, che mette in scena i processi mentali e quindi visivi attraverso i quali nasce ogni storia: “Un regista si confonde molto spesso tra realtà e finzione, ed è questo che mi fa continuare a essere un regista”.

Come il personaggio di Ezio, anche Salvatores rimescola miti e influenze personali, da Bergman a Groucho Marx passando per Woody Allen e Fellini e gli inevitabili Pirandello e Shakespeare e realizza una delle sue opere migliori, così intelligente, ricca, divertente e paradossalmente spontanea che “se ci fosse stata la tecnologia a disposizione sarebbe stato divertente farlo d'animazione, magari a tecnica mista”. Ma poi rivela di non poter fare a meno degli attori: e fa bene, perché il suo cast è straordinario, dal protagonista fino a un debordante Abatantuono, vero artefice della scelta di Salvatores di girare questo soggetto piuttosto che un altro. Gli spettatori gliene renderanno merito.

Emanuele Rauco

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