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Shia LaBeouf e l’alcool, il suo lato oscuro: “La vita è troppo breve per quella merda”

Negli ultimi cinque anni, LaBeouf è stato protagonista di una serie di disavventure che hanno finito inevitabilmente per frenargli la carriera. Dopo due arresti e una serie di incontri con gli AA, è tornato con “American Honey”, un film che gli ha regalato le recensioni più belle della sua vita professionale.
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Tutti hanno un lato oscuro, bisogna solo accettarlo e saperlo gestire per evitare che prenda il sopravvento sulla propria vita. Lo sa benissimo Shia LaBeouf che ha visto la sua carriera deragliare tra risse nei bar, accuse di plagio, licenziamenti da produzioni e mesi di riunioni con gli Alcolisti Anonimi. La rivista americana "Variety" gli dedica copertina e servizio principale del settimanale in edicola negli Usa con delle foto bellissime, firmate Jiri Turek, ed una conversazione molto interessante a cura di Ramin Setoodeh.

Negli ultimi cinque anni, LaBeouf è stato protagonista di una serie di disavventure che hanno finito inevitabilmente per frenargli la carriera. Sono solo sei i film realizzati dal 2012 ad oggi ed è facile trovare spiegazioni nella sua turbolenta vita privata. Due volte in galera, prima per rissa poi per aver disturbato una performance teatrale (sul palco c'era Alan Cumming), e diversi incidenti che ne hanno minato progressi e credibilità. Non ci gira intorno LaBeouf, 30 anni compiuti in giugno, e spiega:

È successo che ho avuto persone che mi hanno detto cose, persone che io rispetto, con cui ho lavorato, che mi hanno semplicemente guardato negli occhi e detto: ‘La vita è troppo breve per questa merda'. Così ho ritrovato la strada del ritorno, ci lavoro su.

Dopo i problemi con l'alcool, Shia è pulito da più di un anno e, nonostante il suo periodo di frequentazione con gli Alcolisti Anonimi, non ama definirsi un "alcolizzato":

Non lo tocco e non dovrebbe farlo nesuno. L'alcool ti manda in tilt, non posso avere a che fare con niente di tutto questo. Devo tenere la testa bassa.

Così, dopo essersi ripulito, è tornato con un grande film, "American Honey", in cui ha ricevuto le migliori recensioni della sua carriera dopo il debutto al Festival di Cannes 2016. Nei cinema americani arriva il 30 settembre, LaBeouf è il leader di una gang di ladri nomadi che ruba attraversando gli Stati Uniti in autostrada. Andrea Arnold, la regista del film, si è lasciata andare a grandi complimenti per il suo primo attore. Ha vissuto da vicino la sua riabilitazione psicofisica, era lì il giorno dopo l'arresto in teatro, ne ha seguito i progressi e, alla fine, lo ha voluto in un film che gli ha regalato uno dei ruoli più belli interpretati in carriera.

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