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Siete pronti per Final Destination 5? [la recensione]

Stavolta il protagonista Sam Lawton (Nicholas D’Agosto) riceve la premonizione di una sconvolgente sciagura: il crollo di un ponte che porterà alla sua morte e a quella degli automobilisti che transitano in quel momento.
A cura di Ciro Brandi
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Steven Quale dirige quest’ultimo capitolo di una delle saghe horror più seguite e longeve degli ultimi anni.

Stavolta il protagonista Sam Lawton (Nicholas D’Agosto) riceve la premonizione di una sconvolgente sciagura: il crollo di un ponte che porterà alla sua morte e a quella degli automobilisti che transitano in quel momento. Grazie alla premonizione il ragazzo riesce a salvarsi ed a sottrarre alla morte alcune persone. Mentre Sam fa la conoscenza del detective Brown, il quale rimane perplesso dalla visione del ragazzo, durante la commemorazione delle vittime del crollo, un misterioso uomo avvisa i ragazzi: "la morte non si fa ingannare".

Ed è proprio così, perché anche stavolta la Morte vorrà prendersi tutti i superstiti, nei modi più truculenti possibili. I fans della saga ne sanno qualcosa!  Il primo capitolo risale ormai al 2000, mentre solo dal 2010 si è passati all’uso del 3D. Più volte i critici cinematografici di tutto il mondo si sono lamentati del fatto che la storia e il plot sono sempre uguali, cambiano solo le modalità della vendetta della Morte,ma stavolta non è così. La scena iniziale è davvero spettacolare, c’è un realismo a dir poco sconvolgente, forse grazie anche alla scelta della location e dall’incidente che si verifica. Le morti sono, come sempre, al limite del raccapricciante: laser per visite oculistiche, lettini per agopuntura, macchinari impazziti, si trasformano in pericolosi strumenti di tortura, non adatti a spettatori dallo stomaco debole.

Il difetto di cui soffrono quasi tutti gli episodi della saga è il fatto che tra una scena macabra e l’altra ci sono degli intermezzi recitati assolutamente inutili, tanto ormai si sa che la gente va a vedere Final Destination solo per soddisfare una “lugubre” curiosità! E allora come ovviare a questo problema che si protrae ormai da anni e mantenere sempre viva la fiamma della curiosità degli spettatori? Ebbene, il regista Steven Quale, aiutato dallo sceneggiatore Eric Heisserer, ci è riuscito, inserendo un finale assolutamente imperdibile e geniale, che però non possiamo svelare per non rovinarvi la sopresa.

Voto: 7

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