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Stanley Kubrick comincia dalla fotografia

A Milano esposte al Palazzo della Ragione oltre duecento fotografie scattate da Stanley Kubrick.
A cura di Fanpage Admin
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Cinque anni è durata la carriera di fotografo di Stanley Kubrick, una passione ereditata dal padre, ma sviluppata con grande talento poiché tutti noi sappiamo dove si posiziona Kubrick tra gli autori del secolo scorso, all’apice, nell’olimpo dei maestri.

In queste fotografie, oltre 200 esposte al Palazzo della Ragione (Milano) dal 16 aprile al 4 luglio, il talento di Stanley non lascia indifferente la rivista Look, nella quale, all’età di soli diciassette anni (1945), viene assunto. I soggetti ritratti sono personaggi che popolano le strade e i luoghi di tendenza della mondanità newyorkes, un sollevatore di pesi del circo, un lustrascarpe, un pugile, un ragazzino che vende i giornali , uomini e donne nella quotidianità ritratti con stile e rigore, caratteristica fondamentale di questo regista.

I fans di Kubrick hanno l’abitudine di ripetere una cosa che lo rende unico, ovvero che egli sia stato capace nel suo cinema di essere un precursore dei vari generi che ha trattato e se in determinati casi è arrivato dopo, ha sempre girato un film che si colloca tra i più citati di quel genere. Come si può non menzionare parte della sua filmografia in questo post, film che hanno ispirato autori, hanno stupito i critici per il rigore e lo stile e fatto parlare di temi importanti in epoche storiche importanti: Orizzonti di gloria (la prima guerra), Lolita (la pederastia), Il dottor Stranamore (la bomba atomica), 2001: Odissea nello spazio (i viaggi spaziali), Arancia meccanica (le baby gang), Barry Lyndon (il film storico), Shining (il triller), Full Metal Jacket (la guerra del Vietnam), Eyes Wide Shut (il desiderio).

Si sa che Kubrick non ha mai amato interviste e apparizioni pubbliche, attori noti che hanno interpretato i suoi film (Peter Sellers, Malcolm McDowell, Jack Nicholson, Tom Cruise e Nicole Kidman) lo descrivono come un uomo simpatico divertente, ma anche capace di mandarti al manicomio, molto attento sul set e molto curioso alle tecniche innovative finalizzate ad un uso fantasioso di ripresa. Per la prima volta sui suoi set vengono sperimentate tecniche che diventeranno di uso comune nel cinema di tutto il mondo, tipo la macchina steadycam usata per la prima volta su Shining.

Ci vorrebbero pagine, e molte infatti sono le pubblicazioni su questo autore, per approfondire il rapporto che Stanley Kubrick ha con l’immagine, ma sicuramente niente di più che vedere un suo film o (nel caso di Milano) vedere una sua fotografia, può raccontarcelo. Per tutti gli appassionati, buona visione.

Sailor

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