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Stefania Sandrelli si racconta: “Me la sono goduta, un uomo non mi bastava”

“Robert De Niro? Un figo della madonna. E mi piaceva Belmondo, con quelle gambe storte e così sexy, ma non ci fu mai niente”. Dal set di “Divorzio all’italiana”, dove non ci fu il famoso ‘schiaffo’ da parte di Germi, al rifiuto di lavorare ancora per Tinto Brass, ecco i meravigliosi aneddoti della grande attrice, che si racconta a Il Fatto Quotidiano.
A cura di Valeria Morini
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Poche attrici hanno attraversato la storia del cinema italiano con l'eleganza e la versatilità di Stefania Sandrelli. Da quel ruolo sensuale in "Divorzio all'italiana" che la lanciò a una filmografia fatta di incontri con registi come Bertolucci, Pietrangeli e persino Tinto Brass. La sua carriera straordinaria, gli amori, gli incontri talvolta bizzarri con le grandi star della settima arte vengono rievocati dall'attrice in una recente intervista rilasciata su Il Fatto Quotidiano.

L’esistenza degli attori può destabilizzare, ma ho sempre cercato di proteggermi e conservare il senso dell’umorismo. Sono una personcina consapevole, io. Lo sono sempre stata.

Gli inizi con Germi e Bertolucci

Per la Sandrelli, che esordì sullo schermo ad appena 15 anni, i primi tempi furono spensierati:

I primi guadagni erano una sbronza. Ebbra e felice, andavo a sputtanarmeli con le mie amiche. Mamma mi vedeva tornare stravolta con le tasche vuote dopo 18 ore di lavoro: ‘A me sembra che tu ci rimetta, sei proprio sicura di volerlo fare ‘sto mestiere?

Anche sul set di "Divorzio all'italiana" l'attrice confessa di essersi divertita molto, spesso scontrandosi con Germi:

Ero spensierata e poco professionale, tra un ciak e un altro me ne andavo in giro per negozi. Lui mi faceva delle scenatacce. E io calma: ‘Lei mi ha scelto e io la ringrazio, ma non si incacchi così perché io del cinema non so nulla e a tornare a casa impiego un minuto’. In qualche modo lo ricattavo. Ma il famoso schiaffo che mi avrebbe dato in un momento di esasperazione non è mai esistito. Germi era severo, ma conosceva il rispetto. E io, senza restituirne almeno cinque, gli schiaffi non li avrei presi da nessuno. Men che mai sul set.

Inevitabile il riferimento al Maestro Bernardo Bertolucci, che la diresse in "Novecento":

Ha qualcosa di meravigliosamente infantile, Bernardo. Si butta nelle imprese in maniera totale, quasi ingenua e poi forse se ne pente. Non si perdona. (…) Ho visto Bertolucci arrabbiarsi come un bambino perché alla notte era seguita l’alba: ‘Non ho ancora finito di girare’ smoccolava.

Stefania e gli uomini: "Ero esuberante, ma non sempre ci sono stati flirt"

Proprio a proposito del set di Novecento, la Sandrelli racconta il primo incontro con Robert De Niro:

Sul set di Novecento l’alzataccia era la regola. (…) De Niro lo conobbi così, in macchina, a notte fonda, in mezzo alla nebbia, con i primi vaghi chiarori del giorno all’orizzonte. Mi sedetti davanti senza neanche accorgermi che dietro ci fosse Robert. A un certo punto me lo presentarono. Mi voltai: ‘Molto piacere, Stefania Sandrelli’. Mi girai e poi mi rigirai di scatto. C’era più luce e lo vidi meglio. Era un figo della Madonna. Cinguettai ‘ma come sei carino’. Lui faceva lo scemo, si ritraeva. Ma io non avevo mica detto nulla di male, in fondo. Poi anche grazie a Depardieu ci conoscemmo meglio. A differenza di Gerard che beveva fiaschi di vino alle 7 del mattino ed era molesto, De Niro era di una sorprendente timidezza.

Anche se oggi è felicemente accanto a Giovanni Soldati da oltre trent'anni, nel passato gli uomini non sono mai mancati nella vita di Stefania, che ammette senza pudori:

Sono stata esuberante e me la sono goduta. Un solo uomo non mi è mai bastato. Ma non sempre c’è stato un flirt. Con quelle gambe storte e così sexy, Belmondo ad esempio mi piaceva molto. Era fico. Ma all’epoca stavo con Paoli. E non accadde niente.

Quegli "artifizi con la bocca" per lavorare con Tinto Brass

Tra le interpretazioni dell'attrice, la più "piccante" è stata probabilmente quella in "La chiave" di Tinto Brass. Il regista però ha raccontato che, un secondo ruolo per lui, la Sandrelli chiese un cachet altissimo.

Tinto è adorabile, ma la storia è un’altra. In realtà l’offerta per fare Miranda (ruolo poi andato a Serena Grandi, ndr) fu generosa. Il mio agente dell’epoca era fuori di sé: ‘Stefania, diventerai ricchissima’. Tanta felicità era sospetta. Così presi il copione e andai da un altro agente, Moira Mazzantini. Le dissi: ‘Tu mi devi salvare la vita, possiamo leggerlo insieme?’. Ci sedemmo. Iniziammo. Tenemmo il conto su un blocco: ‘Due seghe, 4 chiavate, 3 sodomie, qualche artifizio con la bocca’. Ci guardammo e dicemmo: ‘Non se po’ ffà’. E così sparammo una cifra altissima per farci dir di no.

E ora che, inevitabilmente, gli anni passano, dopo i premi per "L'ultimo bacio" e "La prima cosa bella", dopo molte esperienze in fiction televisive, ci sono ancora ruoli interessanti per Stefania Sandrelli?

Qualche compromesso lo faccio, ma non sempre perché dell’intuito, avendolo sempre ascoltato, mi fido ciecamente. Sono sempre andata à l’aventure. Non me ne sono mai pentita.

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