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Stefano Sollima premiato a Venezia: “Con Gomorra 2 sappiamo cosa raccontare”

Stefano Sollima è il golden boy del cinema italiano, ha rivoluzionato il modo di fare fiction in Italia con “Gomorra”. Alla Mostra del Cinema di Venezia gli hanno consegnato il Premio SIAE per la creatività, lui rilancia per la seconda stagione ed elogia i suoi attori: “Il segreto è avere rispetto per il talento”.
A cura di G.D.
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Aspettative alte, anzi altissime per la seconda stagione di "Gomorra – La serie". Un successo incredibile, mondiale con Stefano Sollima arrivato al Festival di Venezia per ritirare con il produttore Riccardo Tozzi, il premio speciale SIAE alla creatività. È nel tempio del cinema il regista Sollima, del resto la sua stessa "Gomorra" ha avuto la possibilità di passare alcune serate speciali proprio in sala, si dice onorato di parteciparvi, forte del grande successo del prodotto venduto in 50 paesi del mondo. In Gran Bretagna già la amano, in Spagna è pronta a partire, Sollima è stato intervistato da Il Messaggero al quale ha raccontato la sua gioia ed i progetti in vista per la seconda stagione della serie, terminata con un cliffhanger di quelli che si vedono solo nelle serie televisive americane.

Sono felice di essere qui a Venezia, questo premio è un segnale importante. La creatività in Italia esiste, va sostenuta e difesa. E attenzione: va anche finanziata. In Italia, a finanziare, è soprattutto Sky. Il web? Conosco il fenomeno, ma credo che la rete non sia ancora sfruttata a pieno. Le webserie mi sembrano un prodotto analogico innestato su una piattaforma digitale: la rete offre agli autori senz'altro maggiore libertà creativa e indipendenza economica, ma sul piano del linguaggio non ha completato la sua evoluzione.

La seconda stagione di "Gomorra" è carica di aspettative, Sollima sa bene che non può fallire l'appuntamento dell'anno (a proposito, pare sia prevista per il 2015/16 e toccherà aspettare un po'):

Siamo ancora in preparazione… Adesso mi dedicherò a un film, Suburra, una bella coproduzione internazionale, e solo dopo mi concentrerò su Gomorra. Affronteremo le stesse difficoltà della prima serie, partendo da un minimo vantaggio: conosciamo e ci siamo già inseriti nei luoghi che intendiamo raccontare. La pressione, semmai, deriva dalla responsabilità.

Sollima come talent scout, ha di fatto lanciato le carriere di Fortunato Cerlino, Maria Pia Calzone (attori navigati, ma lontano dai riflettori) e quelle dei giovani Salvatore Esposito, Marco D'Amore e Marco Palvetti.

Il segreto è avere grande rispetto per gli attori. Il presupposto di ogni buon regista è saper riconoscere un talento quando lo si vede. L'importante è fidarsi solo di quello, senza curarsi della popolarità, piccola o grande che sia.

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