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The Artist, il capolavoro muto di Hazanavicius

Scritta e diretta da Michel Hazanavicius, la pellicola è stata presentata in anteprima al Festival di Cannes 2011, dove ha riscosso un ottimo successo. Il protagonista maschile Jean Dujardin si è aggiudicato, meritatamente, la Palma d’Oro per la miglior interpretazione maschile.
A cura di Ciro Brandi
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La pellicola, scritta e diretta da Michel Hazanavicius, è stata presentata in anteprima al Festival di Cannes 2011, dove ha riscosso un ottimo successo. Il protagonista maschile Jean Dujardin si è aggiudicato, meritatamente, la Palma d’Oro per la miglior interpretazione maschile.

Il film ci porta nella Hollywood del 1927: George Valentin (Jean Dujardin) è un divo del cinema muto di grandissimo successo, ma gli anni ’30 e la Grande Depressione, assieme all’avvento del sonoro lo troveranno impreparato e inadatto a quei cambiamenti. Le case di produzioni non lo cercano più e il suo orgoglio, unito ad una forte depressione lo faranno sprofondare in una grave crisi esistenziale. Nel frattempo l’esordiente starlette Peppy Miller (Bérénice Bejo), da semplice ballerina, proprio con la novità del sonoro sta per prendere il posto di Valentin nel cuore del pubblico e dei registi. I due vivranno una storia molto “altalenante” ma l’arte li salverà, o quasi.

L’esperimento di Hazanavicius ha sortito il suo magnifico effetto. “The Artist”, pur essendo un film muto e in bianco e nero, proiettato nelle sale alle soglie del 2012, ha un fascino davvero coinvolgente e “fresco”. E’ un film raffinato e curato in ogni minimo particolare, i protagonisti sono eccellenti e carismatici a livelli impensabili per una pellicola del genere, ma soprattutto con un grande (e molto attuale) messaggio morale. Il regista infatti ci fa intendere tra le righe (ma neanche tanto) che l’improvviso affermarsi del nuovo inserito in un sistema quasi di ferro e ben saldo, se non quasi fossilizzato, ci spaventa e ci fa subito mettere sulla difensiva per non perdere i propri privilegi, o semplicemente perché non si è pronti ad affrontare le proprie paure e insicurezze.

Splendida la fotografia di Guillaume Schiffman e adattissime le musiche di Ludovic Bource. Ovviamente, pur essendo un film muto e dal plot di base drammatico, c’è ampio spazio anche per l’ironia e le battute taglienti, che compaiono sullo schermo nelle tipiche ed enormi didascalie. Insomma, “The Artist” è una pellicola davvero sofisticata e di gran classe, che forse piacerà a pochi, ma alla fine, è meglio così, sarà una valida alternativa ai cinepanettoni (uno tra tutti, "Natale a Cortina") che stanno invadendo le sale in questo periodo. Sicuramente entrerà a far parte della collezione degli intenditori.

Voto: 8 ½

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