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Tim Curry sulla sedia a rotelle dopo l’ictus, ma con ironia: “Sono ancora qui”

L’istrionico attore, reso celebre dal personaggio di Frank-N-Furhter in “The Rocky Horror Picture Show”, fa la sua prima apparizione in pubblico dopo l’ictus che lo ha colpito tre anni fa. Costretto sulla sedia a rotelle, non ha perso tutta la sua proverbiale ironia.
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Sono passati tre anni da quando Tim Curry è stato colpito da un ictus e domenica sera ha fatto la sua prima apparizione in pubblico, ai Tony Awards per ritirare un premio alla carriera. La tenerezza e la commozione nel vederlo ancora impegnato in una battaglia di riabilitazione severissima è tanta, ma soprattutto per il mondo cinema resta la gioia di potergli ancora stringere la mano dopo quella maledetta mattina del 24 maggio 2013. Fu ricoverato in prognosi riservata e le sue condizioni, dissero, erano disperate. Adesso è su una sedia a rotelle, non riesce a camminare ma è in grado di parlare, seppur non perfettamente.

Nel ritirare il "The Actors Fund Lifetime Achievement Award", un fondo pensione alla carriera, ha dichiarato:

Penso che questa organizzazione sia meravigliosa ed il fondo sia molto vantaggioso, ma spero di non doverlo mai utilizzare.

Scherza così, dimostrando ancora tutta la sua proverbiale ironia, lui che è stato l'istrionico Frank-N-Further in "The Rocky Horror Picture Show", e ancora fantastico in "Legend" di Ridley Scott, impressionante pagliaccio in "It" e nella commedia "Mamma ho riperso l'aereo 2". Oggi l'attore ha 69 anni ed è proprio grazie al suo senso dell'umorismo che è riuscito a farsi forza in una condizione non facile:

Non è difficile da tenere l'umorismo, è solo parte del mio Dna.

Tim Curry è anche tornato su quello che è il suo ruolo più conosciuto, appunto Frank-N-Further, per il quale aveva esordito a Broadway in teatro, prima di portare il suo stesso personaggio al cinema.

Fu eccitante, eppure i critici furono tutti molto duri con me. Dopo la prima, lessi le recensioni ed erano tutte spaventosamente negative. Questo mi lasciò in uno stato di depressione terribile.

Con il senno di poi, chissà cosa ne penseranno adesso i critici di un lavoro che è entrato nella storia della commedia musicale.

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