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“Timbuktu”, il film anti-jihad vince 7 César e corre per l’Oscar

Il film di Abderrahmane Sissako a casa ben 7 César, gli Oscar del cinema francese, ed è in corsa anche agli Oscar nella categoria Miglior film straniero, dove dovrà letteralmente “combattere” contro il polacco “Ida” e il russo “Leviathan”, dati come favoriti dai bookmakers. L’opera si scaglia contro ogni forma di fondamentalismo, usando anche l’ironia ma senza mai offendere, con immagini fortissime e molto vere.
A cura di Ciro Brandi
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Il film di Abderrahmane Sissako, “Timbuktu”, è riuscito a portare a casa ben 7 César (Miglior film, regia, musiche, montaggio, suono, fotografia e soggetto), gli Oscar del cinema francese, ed è in corsa anche agli Oscar 2015 nella categoria Miglior film straniero, dove dovrà letteralmente “combattere” contro il polacco “Ida” e il russo “Leviathan”, dati come favoriti dai bookmakers. La pellicola racconta la vita in un villaggio dove vige il fondamentalismo religioso in modo rigoroso e sorprendentemente ironico. Senza dimenticare mai la severità del tema. La sceneggiatura è a cura di Kessen Tal e dello stesso regista ed è interpretato da Ibrahim Ahmed aka Pino, Toulou Kiki, Abel Jafri, Fatoumata Diawara, Hichem Yacoubi, Kettly Noël, Mehdi AG Mohamed, Layla Walet Mohamed, Adel Mahmoud Cherif e Salem Dendou. La pellicola è uscita anche nel nostro paese, il 12 febbraio scorso, ma non ha avuto fortuna al botteghino.

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La trama

Non lontano da Timbuktu, occupata dai fondamentalisti religiosi, in una tenda tra le dune sabbiose vive Kidane, in pace con la moglie Satima, la figlia Toya e il dodicenne Issan, il giovanissimo guardiano della loro mandria di buoi. In paese le persone soffrono sottomesse al regime di terrore imposto dai jihadisti determinati a controllare le loro vite. Musica, risate, sigarette e addirittura il calcio, sono stati vietati. Le donne sono state obbligate a mettere il velo ma conservano la propria dignità. Ogni giorno una nuova corte improvvisata emette tragiche e assurde sentenze. Kidane e la sua famiglia riescono inizialmente a sottrarsi al caos che incombe su Timbuktu. Ma il loro destino muta improvvisamente quando Kidane uccide accidentalmente Amadou, il pastore che aveva massacrato Gps, il bue della mandria a cui erano molto affezionati. Kidane sa che dovrà affrontare la nuova legge che hanno portato gli invasori.

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Un film contro ogni forma di fondamentalismo

“Timbuktu” è un film contro l'oscurantismo jihadista, già applauditissimo dal pubblico all'ultimo Festival di Cannes, dove però non venne premiato, ma l'opera di Sissako si scaglia contro ogni forma di fondamentalismo, usando anche l’ironia ma senza mai offendere, con immagini fortissime e molto vere che sono come un pugno nello stomaco ma che servono a mostrare al mondo l’assurdità di qualsiasi forma di estremismo. Sissako, Nato in Mauritania ma trasferitosi all'età di 22 anni a Parigi, è il primo regista africano a conquistare il prestigioso riconoscimento francese e, quando ha ritirato il premio ha affermato:

La Francia è un Paese magnifico perché riesce a risollevarsi davanti all'orrore, alla violenza e all'oscurantismo. Non c'è shock civiltà, ma solo incontro tra civiltà.

E ora, non resta che vedere se ce la farà a portare a casa anche l’ambitissimo Academy Award. Di seguito, trovate tutti gli altri vincitori degli Oscar francesi:

Miglior film: "Timbuktu", dir: Abderrahmane Sissako

Miglior attrice: Adele Haenel, "Les Combattants"

Miglior attore: Pierre Niney, "Yves Saint Laurent"

Miglior attore non protagonista: Kristen Stewart, "Clouds of Sils Maria"

Miglior attore non protagonista: Reda Kateb, "Hippocrate"

Miglior regista: Abderrahmane Sissako, "Timbuktu"

Miglior sceneggiatura non originale: Cyril Gely, Volker Schlondorff – "Diplomatie"

Miglior sceneggiatura originale: Abderrahmane Sissako, Kessen Tall – "Timbuktu"

Miglior film straniero: "Mommy", dir Xavier Dolan

Miglior Documentario: "Salt of the Earth", dirs: Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado

Miglior film d'animazione: "Minuscule – La Vallee Des Fourmis Perdues", dirs: Thomas Szabo and Helene Giraud

Miglior cortometraggio: "La Femme De Rio", dirs: Emma Luchini, Nicolas Rey

Miglior cortometraggio animato: "Les Petits Cailloux", dir: Chloe Mazlo

Miglior montaggio: Nadia Ben Rachid, "Timbuktu"

Miglior scenografia: Thierry Flamand, "La Belle Et La Bete"

Migliori costumi: Anais Romand, "Saint-Laurent"

Miglior promessa femminile: Louane Emera, "La Famille Belier"

Miglior promessa maschile: Kevin Azais, "Les Combattants"

Miglior colonna sonora: Amine Bouhafa, "Timbuktu"

Miglior debutto: "Les Combattants", dir: Thomas Cailley, prod: Pierre Guyard

Miglior fotografia: Sofian El Fani, "Timbuktu"

Miglior suono: Philippe Welsh, Roman Dymny, Thierry Delor – "Timbuktu"

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