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Willem Dafoe, il “cattivo” di Hollywood compie 60 anni

L’attore americano, oggi, compie 60 anni e se pensiamo ai suoi grandi successi, non possiamo non soffermarci, soprattutto, sulle performance da “cattivo” che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, Ma Willem Dafoe è uno degli artisti più camaleontici del cinema e, durante la sua lunga carriera, ha dato vita ad una varietà di personaggi impressionante e ha ancora molto da dare ai suoi fan.
A cura di Ciro Brandi
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Il viso squadrato e spigoloso, gli occhi glaciali e un magnetismo quasi sovrannaturale ne hanno fatto uno dei “cattivi” per antonomasia del cinema mondiale. Naturalmente, nella sua lunga carriera, piena di pellicola di grandissimo successo, Willem Dafoe – da oggi 60enne – non ha ricoperto solo ruoli da villain (d’altronde ha girato più di 82 film), dimostrando di essere uno degli artisti più istrionici di sempre, anche se non è mai stato premiato (ancora) con l’Oscar.

Gli esordi, “Platoon” e i successi degli anni ‘80

Dafoe è il settimo di ben otto figli , dopo essersi iscritto all’Università del Wisconsin, nel 1972 entra nel gruppo teatrale d’avanguardia “Theatre X”, girando gli USA e l’Europa. Nel 1977 si trasferisce a New York, dove fonda la compagnia teatrale Wooster Group, dove conosce anche Elizabeth LeCompte, dalla quale avrà suo figlio Jack, nel 1982. L’esordio sul grande schermo arriva con con “I cancelli del cielo” (1980) di Michael Cimino, ma fu cacciato dal set, si dice per il suo comportamento non proprio professionale. L’anno dopo è sul set di “The Loveless” di Kathryn Bigelow, dove interpreta il ruolo del controverso leader  di un gruppo di motociclisti e, nel 1984 è in “Strade di fuoco” (1984), di Walter Hill, nel ruolo di Raven, perverso e violento.  In “Vivere e morire a Los Angeles”, diretto  da William Friedkin, nel 1985, è Eric "Rick" Masters, un pittore falsario, ma è il ruolo del sergente antimilitarista Elias K.Grodin in “Platoon” di Oliver Stone, pellicola sulla guerra in Vietnam e ispirato alle reali esperienze vissute dal regista, a farlo imprimere nella memoria degli spettatori. Sempre in Vietnam, gira il film d’azione “Saigon”(1988) e, nello stesso anno, arriva il ruolo di un Gesù Cristo con una storia totalmente diversa da quella che conosciamo ne “L'ultima tentazione di Cristo” (1988) di Martin Scorsese. Nel 1989, in “Mississippi Burning – Le radici dell'odio” di Alan Parker, è un agente dell'FBI che, in coppia con Gene Hackman, indaga sull'uccisione di tre attivisti per i diritti civili da parte del Ku Klux Klan. Nello stesso anno, apparte anche in “Nato il 4 luglio”, accanto a Tom Cruise.

“Cuore selvaggio” e “Così lontano così vicino”

Nel 1990, gira “Cuore selvaggio” di David Lynch, ambientato nel mondo della gioventù suburbana degli Stati Uniti degli anni ‘50, con numerosi riferimenti parodistici a “Grease” e altri celebri film con la stessa ambientazione. Il film vinse la Palma d’Oro a Cannes. Negli anni successivi appare nel poliziesco “White Sands – Tracce nella sabbia” (1992) e in “Body of Evidence”(1993). Nello stesso anno, gira  “Così lontano così vicino”, sequel de “Il cielo sopra Berlino”, di Wim Wenders, dove interpreta il ruolo di Emit Flesti, ruolo chiave nel viaggio sulla terra dell'angelo Bruno Ganz. In seguito girerà l’erotico “La notte e il momento”(1994) e lo spy-movie “Sotto il segno del pericolo”(1994) e partecipa a “Il paziente inglese”(1996), di Anthony Minghella, nel ruolo di David Caravaggio. Seguiranno ruoli non eclatanti in film come “Lulu on the Bridge” di Paul Auster, in “New Rose Hotel” di Abel Ferrara e in “eXistenZ” di David Cronenberg.

Gli anni Duemila e il ruolo di Goblin della saga di “Spider-Man”

Gli anni Duemila si aprono con il controverso “American Psycho”, diretto da  Mary Harron, dove Dafoe interpreta il ruolo del detective Donald Kimball, chiamato ad investigare sui cruenti omicidi del pazzo killer Patrick Bateman/Christian Bale. Steve Buscemi lo dirige, poi, in “Animal Factory” (2000), e sarà il vampiro Friedrich Wilhelm Murnau ne “L'ombra del vampiro”, diretto da E. Elias Merhige, che gli regala una nomination agli Oscar. Nel 2002, la Marvel lo vuole nel ruolo del cattivo per eccellenza, in “Spider-Man” diretto da Sam Raimi, con Tobey Maguire.  Il successo al botteghino fu clamoroso e rilancia la carriera di Dafoe alla grande, facendogli ottenere una nomination agli MTV Movie Award come Miglior cattivo. In “Auto Focus”(2002), di Paul Schrader, lo vediamo nei panni di un frequentatore di night club, ossessionato dal sesso e dai vizi. In “C'era una volta in Messico” (2003) di Robert Rodriguez, è il cattivissimo Armando Barillo, mentre in “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” (2004) di Wes Anderson è Klaus Daimler. In seguito, Dafoe alternerà grandi e piccole produzioni come “Manderlay” (2005) di Lars von Trier e “XXX2 – The Next Level” (2005). In Italia incontra e sposa la regista Giada Colagrande, con la quale gira “Before It Had a Name”, sempre nel 2005. Spike Lee lo dirige in “Inside Man” di Spike Lee, e Abel Ferrara in “Go Go Tales”. La sua vena comica viene espressa in  “Mr Bean's Holiday”. In “Daybreakers – L’ultimo vampiro”(2009) è Lionel "Elvis" Cormac, uomo in preda al terribile virus vampiresco che attanaglia i protagonisti.

Gli ultimi film e i progetti futuri

Nel 2009 è protagonista di “Antichrist”, di Lars Von Trier, in concorso al Festival di Cannes. Il film si sviluppa attorno a due soli attori  (Dafoe e Charlotte Gainsbourg) ed è pieno di suggestioni di film horror ed erotici, che si accavallano ad aspetti simbolici psicoanalitici, filosofici e onirici tesi a descrivere il lungo periodo di depressione vissuto dal regista. Nel 2012, è tra i protagonisti del nuovo film di Andrew Stanton, “John Carter”, nel ruolo di Tars Tarkas, mentre nel 2014 lo abbiamo visto in “Grand Budapest Hotel”, di Wes Anderson, ma anche nel controverso “Nymphomaniac” di Lars von Trier.  Sempre nel 2014 è apparso in “Colpa delle stelle”, dove interpreta il ruolo di Peter Van Houten, autore (alcolizzato) del romanzo  preferito dalla protagonista Shailene Woodley, “Un’imperiale afflizione”, e in “Pasolini”di Abel Ferrara, dove interpreta proprio il ruolo di Pier Paolo Pasolini. Successivamente è Marcus in “John Wick”, al fianco di Keanu Reeves e a breve lo vedremo nell’horror-fantasy “Il luogo delle ombre”. Tra fine 2015 e 2016, sarà in altre 4 pellicole: il thriller “Hunter Killer” di Martin Campbell, il drammatico “My Hindu Friend” per la regia di Hector Babenco e presterà la voce al personaggio di Gill nell’atteso “Alla ricerca di Dory”, spin-off di “Alla ricerca di Nemo”.

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