80 anni di Bob Dylan, il cinema: l’Oscar, le colonne sonore e i film (dove vederli in streaming)
Per festeggiare gli 80 anni di Bob Dylan, oltre a parlare della sua sterminata, multiforme e straordinaria carriera musicale di cantautore-poeta, è utile approfondire anche il suo rapporto con il cinema. Un legame particolare fatto di colonne sonore indimenticabili, ma anche di un percorso saltuario e a dir poco bizzarro come attore e regista. Ecco tutto quello che c'è da sapere sul menestrello del Minnesota e la settima arte.
Bob Dylan ha vinto un Oscar
Robert Zimmerman è stato candidato agli Oscar una volta sola, vincendolo: correva l'anno 2000 e il film in questione era Wonder Boys di Curtis Hanson. Dylan ha vinto per la miglior canzone originale,Things Have Changed: ha eseguito il pezzo e ha accettato l'Oscar in collegamento satellitare dall'Australia. Dylan si è poi portato la statuetta in tour mostrandola nei concerti sul suo amplificatore. Per lo stesso pezzo, ha conquistato anche il Golden Globe.
La carriera di attore e regista
Bob Dylan si è cimentato anche con la regia, in tre occasioni: il mai uscito Bob Dylan's Circus Movie, il documentario Eat the Document sul tour inglese con The Band nel '66 e l'inclassificabile Renaldo and Clara, sul tour della Rolling Thunder Revue, con la moglie Sara e Joan Baez. Come attore, il suo ruolo più celebre è senz'altro quello dello stralunato cowboy Alias del capolavoro Pat Garrett e Billy the Kid (1973), western crepuscolare e malinconico di Sam Peckinpah con Kris Kristofferson e James Coburn (su Amazon Prime Video). Dylan ne ha curato l'intera colonna sonora, composta da ballad dolcissime in cui campeggia uno dei suoi pezzi più famosi: la triste sequenza dove sentiamo Knockin' on Heaven's Door è uno dei momenti più alti della storia del cinema anni 70, e non solo. Molto meno apprezzato Hearts of Fire, stroncato dalla critica e noto come "il film che ha ucciso Richard Marquand" (il regista de Il ritorno dello Jedi), che morì d'infarto poco dopo. Intravediamo il cantante anche in Ore contate e Paradise Cove, ma è in Masked and Anonymous che è finalmente protagonista, nonché autore della soundtrack e co-sceneggiatore con il regista Larry Charles. Al suo fianco, recitano Jeff Bridges, Penelope Cruz, John Goodman, Jessica Lange, Angela Basset e Mickey Rourke. In colonna sonora, anche diverse cover dylaniane, tra cui due eseguite dai nostri Francesco De Gregori (Non dirle che non è così) e Articolo 31 (Come una pietra scalciata).
Come il cinema ha raccontato Bob Dylan: Io non sono qui e i documentari
Il cinema inevitabilmente si è interrogato spesso sulla figura di Dylan, oggetto di moltissimi documentari che hanno indagato la sua carriera e la personalità sfuggente del cantautore. Ricordiamo almeno Don't Look Back (1967, su Amazon prime Video) del sommo documentarista D.A. Pennebaker e il lavoro di Martin Scorsese, che dopo aver diretto quello che forse è il film concerto più bello di sempre (The Last Waltz, sull'ultima performance di The Band dove appare anche Dylan) ha raccontato l'artista americano nello splendido No Direction Home: Bob Dylan e in Rolling Thunder Revue: Martin Scorsese Racconta Bob Dylan (su Netflix). Il tributo migliore che si potesse fare è però probabilmente I'm Not There (inopinatamente tradotto in italiano, Io non sono qui, su Amazon Prime Video), il capolavoro di Todd Haynes che rifugge gli stilemi e i canoni del tradizionale biopic scomponendo il proteiforme personaggio dylaniano e le diverse fasi della sua vita e carriera in altrettanti ritratti in montaggio alternato, dove Dylan si reincarna in personaggi interpretati da Cate Blanchett, Richard Gere, Christian Bale, Heath Ledger, Marcus Carl Franklin e Ben Whishaw. Un film difficile e poco comprensibile per chi non conosce a fondo Dylan (l'ideale è prepararsi leggendo la sua bellissima autobiografia Chronicles), ma assolutamente straordinario: tutta un'altra cosa rispetto ai vari Bohemian Rhapsody e Rocketman, forse l'unico film biografico che si potesse fare su artista così complesso. Nonostante ciò, tuttavia, ne dovrebbe arrivare un altro, con la regia di James Mangold e il riccioluto e somigliante Timothée Chalamet protagonista: il progetto, però, al momento risulta in stand by.
5 indimenticabili canzoni di Bob Dylan nei film
Se delle colonne sonore scritte da Dylan abbiamo già in gran parte parlato, ricordiamo almeno qualcuno degli innumerevoli casi in cui le sue canzoni sono apparse in film o serie tv. L'elenco sarebbe infinito, ma ci sono almeno cinque suoi capolavori che il cinema ha apprezzato particolarmente:
1. Knockin' on Heaven's Door
Ricitiamo Knockin' on Heaven's Door da Peckinpah: questo meraviglioso pezzo funereo è apparso anche in moltissimi altri film come Rock the Kasbah, Salvador – 26 anni contro, L'eau froide, Arma letale 2, e in molte serie tv (tra cui in The Vampire Diaries e in una malinconica scena di Supernatural).
2. Blowin' in the Wind
La canzone più famosa di Bob Dylan, simbolo assoluto del folk rock anni 60, risuona nel recentissimo Quella notte a Miami, dove Malcolm X la utilizza per spiegare l'importanza della musica di protesta a Sam Cooke (che poco dopo inciderà un pezzo altrettanto bello e importante quale A Change Is Gonna Come).
3. The Times They Are A-Changin'
Tra i titoli di testa più significativi e belli del cinema contemporaneo possiamo citare senza dubbio quelli di Watchmen (2009), il film di Zack Snyder tratto dalla graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons, che scorrono sulle note della stupenda The Times They Are A-Changin'. Il film contiene anche All Along the Watchtower (nella strepitosa versione di Jimi Hendrix, che sentiamo anche in The Young Pope e in Battlestar Galactica) e Desolation Row.
4. The Man in Me
Come non citare l'utilizzo di The Man in Me nel capolavoro dei fratelli Coen Il grande Lebowski? Le note dylaniane accompagnano le peripezie del Drugo (Jeff Bridges) e in particolare i titoli di testa e un'assurda sequenza onirica. Per un attimo, voliamo anche noi con lui.
5. Girl From the North Country
Il lato positivo di David O. Russell non è certo un capolavoro, ma è impossibile non emozionarsi durante le prove di danza di Bradley Cooper e Jennifer Lawrence (premiata con l'Oscar) sulle note di questa stupenda canzone, nella versione eseguita con Johnny Cash per l'album Nashville Skyline. Il pezzo apre in grande stile anche una miniserie un po' sottovalutata come Escape at Dannemora.