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Addio a George Kennedy, cattivo da Oscar e comico in “Una pallottola spuntata”

Morto a 91 anni, era uno dei più grandi caratteristi del cinema americano, apparso in oltre 180 titoli tra grande e piccolo schermo, spesso nei ruoli da villain. Premiato con l’Oscar come miglior non protagonista per “Nick Mano Fredda”, è stato Joe Patroni nella saga di “Airport” e Ed Hocken in “Una pallottola spuntata” e seguiti.
A cura di Valeria Morini
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Hollywood piange la scomparsa di George Kennedy, uno dei suoi caratteristi più iconici, apparso in oltre 180 titoli tra grande e piccolo schermo. Premiato con l'Oscar come miglior attore non protagonista per "Nick Mano Fredda" e una stella sulla Hollywood Walk of Fame, è morto il 28 febbraio a Boise, in Idaho, all'età di 91 anni. L'annuncio è arrivato su Facebook, dal profilo del nipote Cory Schenkel.

Dalle serie tv al grande cinema

Newyorchese, classe 1925, Kennedy inizia a recitare alla fine degli anni cinquanta, apparendo in diverse serie televisive. La sua prima incursione al cinema è nel cult "Spartacus" di Stanley Kubrick, in un piccolo ruolo non accreditato. La carriera in tv continua (tra l'altro, in "Perry Mason" e "Bonanza"), ma si intensificano anche i ruoli sul grande schermo, da "Sciarada" a "Piano piano dolce Carlotta" e a "Il volo della Fenice". Volto duro da americano doc, Kennedy è perfetto per i ruoli da cattivo e lascia sempre il segno anche se la sua carriera lo porta a interpretare prevalentemente personaggi secondari.

Airport e l'Oscar per Nick Mano Fredda

Nel 1967, la sua interpretazione in "Nick Mano Fredda" al fianco di Paul Newman, nel ruolo del detenuto Dragline, convince l'Academy a attribiurgli un Oscar. Lo stesso anno è Max Armbruster in un altro classico, "Quella sporca dozzina". Nel 1969 è Chris in "Le pistole dei magnifici 7", uno dei suoi rari ruoli da protagonista. Due anni dopo, interpreta Joe Patroni in "Airport": tornerà a vestirne i panni nei successivi capitoli della celebre saga catastrofica, "Airport 75", "Airport '77" e "Airport '80". Nello stesso periodo è anche in  in "Assassinio sull'Eiger" di Clint Eastwood e "Una calibro 20 per lo specialista" di Michael Cimino.

Da "Una pallottola spuntata" a "Dallas"

Gli anni 80 regalano pochi titoli interessanti, ma nel 1988 entra nel cast di un'altra saga cinematografica, che gli regala uno dei suoi ruoli più celebri: al fianco dell'amico Leslie Nielsen, è Ed Hocken in "Una pallottola spuntata" e nei seguiti "Una pallottola spuntata 2½ – L'odore della paura" e "Una pallottola spuntata 33 1/3 – L'insulto finale".

Ritorna quindi in tv, con due ruoli da soap memorabili: il perfido Carter McKay in "Dallas" e Albert in "Febbre d'amore". Nel 2005 recita per Wim Wenders in "Non bussare alla mia porta". Il suo ultimo ruolo è in "The Gambler" (2014), con Mark Walhberg e Jessica Lange.

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