Adinolfi contro Kung Fu Panda 3 perché Po ha ‘due papà’, Fabio Volo: “Tu sei malato”
"Kung Fu Panda 3" rischia di essere uno dei casi cinematografici della stagione, non tanto per il fatto di essere il terzo capitolo della fortunata saga Dreamworks nonché il primo blockbuster hollywoodiano co-diretto da un regista italiano (Alessandro Carloni, in coppia con Jennifer Yuh), quando per l'aspro dibattito politico che sta scatenando in questi giorni.
Il nuovo film sul simpatico Po, panda appassionato di arti marziali, è stato infatti al centro di un'infuocata discussione tra Mario Adinolfi e Fabio Volo, che presta la voce al protagonista nell'edizione italiana (doppiato in originale da Jack Black).
Adinolfi: "Il film fa il lavaggio del cervello gender"
Tutto nasce dal pesante attacco del giornalista Adinolfi, strenuo sostenitore del Family Day, al film: "Volete capire come si fa il lavaggio del cervello gender ai bambini? Ad esempio con il protagonista di Kung Fu Panda che ha due papà".
I due padri in questione, va precisato, hanno ben poco a che vedere con le unioni civili o l'omosessualità: Po, semplicemente, ritrova in questa pellicola il padre biologico Li Shan (un panda come lui), mentre dai due precedenti film sappiamo come sia stato adottato da Mr. Ping (un'oca). Un tema – quello dei due papà – peraltro comunissimo in tutta la cultura popolare, dal caso di Superman a quello di Luke Skywalker.
Dopo aver sollevato un polverone di polemiche, l'affermazione di Adinolfi ha portato alla replica di Volo, che ha chiamato in diretta radiofonica il politico e giornalista nel suo programma di Radio Deejay "Il Volo del Mattino":
Tu l'hai fatto per farti pubblicità, non puoi pensarla davvero così. Siccome non ha visto il film, ti voglio dire una cosa. (…) Siccome non si accoppiano i due padri (che poi sarebbero anche fatti loro) dov'è il problema? Cosa doveva fare lo sceneggiatore? Ammazzare il padre adottivo o quello biologico?
La risposta di Adinolfi:
Il tema che ho provato a porre è: il lavoro della Dreamworks – che vedranno tutti, compresa mia figlia – è puntato sul fatto che ci sono due papà? Non è una questione narrativa, contesto che la comunicazione sia puntata sul fatto che il protagonista ha due papà.
Volo e la sedia scagliata contro il muro: "Tu sei malato"
A quel punto, il dibattito si è acceso, con Volo che ha citato il Vangelo e la figura di Gesù: "Anche lui ha avuto due padri, Dio e san Giuseppe". Dopo averlo chiamato "blasfemo", Adinolfi è rimasto nella sua posizione, ribadendo un ragionamento – per la verità alquanto contorto – secondo cui nessuno può dire di avere due padri, neppure in caso di adozione. Inevitabile la reazione adirata di Volo, che ha addirittura scagliato una sedia contro il muro:
Tu hai delle patologie, devi fare delle terapie o prendere degli psicofarmaci perché non puoi fare dei ragionamenti così. Tu ti nascondi dietro il nome di una religione perché hai delle psicopatologie.
Adinolfi ha quindi replicato:
Fabio, tu hai tutta la forza che vuoi, ma se dici che ho delle malattie e devo farmi di psicofarmaci non c'è più discussione perché non c'è rispetto dell'interlocutore. Nella vita normale nessuno ha due padri. Questo è un dato di fatto dettato dalla natura, non dalla religione. Il bambino riconoscerà sempre nel padre biologico suo padre.
La discussione si è chiusa con un "vaffa" di Volo: "Altro che psicofarmaci, tu ti devi fare di eroina". E dire che tutto era partito da un'innocente favola per ragazzi.