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Balla coi lupi, Kevin Costner e l’epopea immortale del western

Stasera su Sky Mania alle ore 21.00 un western straordinario, epico e commovente, simbolo di un genere che non morirà mai.
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A cura di Alessio Gradogna
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Balla coi lupi, kevin costner e l'epopea di un genere immortale

C'è qualcuno che afferma come ormai da diversi anni il western sia morto. Affermazione, a giudizio di chi scrive, totalmente sbagliata, per una semplice motivazione: il western, e l'horror, sono gli unici due generi che non moriranno mai, in quanto strutture fondanti dell'intera Arte cinematografica, e dunque capaci di autorigenerarsi e rinascere ogni volta a nuova vita, trovando infinite strade di rappresentazione e superando qualsiasi moda, e qualsiasi crisi.

A tal proposito, c'era chi diceva che il western avesse conosciuto il suo definitivo canto del cigno alla fine degli anni '70. Così non è stato. E' rimasto in disparte, dormiente, per un paio di lustri, ma poi è tornato prepotentemente in auge nel 1990 grazie a Balla coi Lupi, la magnifica epopea narrata da Kevin Costner, al suo debutto nella regia. Nelle tre ore di durata (ma esiste una versione più lunga che ne dura 4) l'autore americano racconta la commovente storia del tenente John J. Dunbar, che decide di abbandonare l'esercito impegnato nello sterminio degli indiani e aggregarsi a una tribù dei Sioux. Nel suo film l'intento commerciale e l'impegno d'autore trovano un equilibrio quasi miracoloso, praticamente perfetto, e riescono a scatenare nello spettatore sentimenti forti e contrastanti: rabbia, dolore, partecipazione, e fascinazione.

Costner (che sta per girare Learning Italian) compone una bellissima elegia della Natura, della libertà, della solitudine volontaria, dell'empatia con gli animali (come dimenticare il lupo Due Calzini), denuncia gli orrori di quel periodo evitando brillantemente la fastidiosa retorica di tanto cinema americano, ci trasporta in un mondo parallelo di cui ci sentiamo parte integrante, e convince tutti, tanto da portarsi a casa ben 7 (meritati) premi Oscar.

Due anni dopo Clint Eastwood, già autore di tante ballate epiche come Il cavaliere pallido, narrerà l'epitaffio del western nella sua accezione più classica con lo straordinario Gli Spietati, ma il genere ci regalerà poi, anche in questi ultimi anni, altri prodotti di livello assoluto (su tutti, il grandioso Broken Trail di Walter Hill)… Ennesima dimostrazione che queste indimenticabili epopee non moriranno mai.

Alessio Gradogna

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