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Checco Zalone: “Il primo migrante sono stato io, il successo l’ho meritato”

In una intervista a “Vanity Fair”, Checco Zalone racconta il periodo precedente al grande successo: “Il primo migrante ero io. Disperato, come tutti i migranti. Senza culo non si fa da nessuna parte, ma il successo l’ho meritato”. Poi una stoccata a Matteo Salvini: “C’è un bambino che mi segue nel film, ma per una questione burocratica non aveva il visto per venire in Italia. Il Kenia non ce lo mandava con Salvini ministro dell’Interno in carica”.
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Campione d'incassi con "Tolo Tolo", Checco Zalone fa il punto a dieci giorni dall'uscita del film. In una intervista a "Vanity Fair", Luca Medici (il vero nome con cui è accreditato alla regia) rivela il periodo precedente al grande successo: "Il primo migrante ero io. Disperato, come tutti i migranti". Vestito da Babbo Natale a suonare per 50 euro di ingaggio. Oppure nelle vesti di rappresentante farmaceutico. Poi emigrato a Milano per tentare la fortuna a Zelig. Così era Luca Pasquale Medici, prima di diventare Checco Zalone. Interessante questo passaggio sull'Italia al tempo di Matteo Salvini ministro: "C’è un bambino che mi segue nel film, che mi si affeziona, che mi prende un po’ come un secondo padre. Per una questione burocratica non aveva il visto per venire in Italia. Praticamente un’iperbole. Il Kenia non ce lo mandava con Salvini ministro dell’Interno in carica".

Le umiliazioni per 50 euro di ingaggio

Adesso che "Tolo Tolo" ha superato i 36 milioni di euro al botteghino, Checco Zalone può anche ricordare con il sorriso quando lavorava per 50 euro di ingaggio attirandosi anche gli improperi del suo "pubblico:

Il picco dell’umiliazione fu quando mi chiesero di suonare un pianoforte vestito da Babbo Natale. Comunque lo picchiassi o per quanto lo scuotessi con delicatezza, quel piano scassato non restituiva mai una nota tenue. Io sul palco, senza renne, vestito di rosso e di bianco per 50 euro d’ingaggio e sotto di me il pubblico inferocito che mi chiedeva di fare meno rumore, di non disturbare la festa.

L'approdo a Zelig

Checco Zalone ha poi provato a fare il rappresentante farmaceutico, ma senza molto successo. Tentò il concorso in polizia, ma andò male. E poi i tentativi a Zelig, andando avanti e indietro tra Bari e Milano, senza un soldo in tasca:

Io ero il primo migrante. Un migrante disperato come tutti i migranti. Ho capito di avere un potenziale quando ho inseguito i miei sogni. C’è stata un’epoca abbastanza buia in cui mi sembrava che non esistesse niente di più importante che avere un’indipendenza economica. Volevo qualche euro in tasca, una macchina tutta mia, un orizzonte sereno. Volevo il posto fisso. Le ho provate tutte. E non mi sono arreso. Sono stato fortunato, anzi fortunatissimo perché senza una buonissima dose di culo non vai da nessuna parte, ma quando ho avuto un’occasione ho dimostrato di sapermela meritare. Mi mandavano in onda, funzionavo, facevo ridere.

I record di Tolo Tolo

"Tolo Tolo" ha fatto segnare un record, in precedenza assegnato allo stesso Checco Zalone. È il film che ha incassato di più in Italia all'esordio: 8.7 milioni di euro in un solo giorno. Ad oggi, però, i numeri di "Quo vado?" sono ben lontani: in 10 giorni di programmazione, il film del 2016 aveva già superato i 50 milioni di euro.

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