‘Colpa delle stelle’ ritirato dal mercato: “Non è adatto ai ragazzini”
Il tema della malattia, l’approccio al sesso e il linguaggio troppo diretto farebbero di “Colpa delle stelle”, il best-seller scritto da John Green, un libro non adatto ai più giovani. La protesta è partita dai genitori di Riverside, un comune californiano, che si sarebbero uniti al fine di chiedere e ottenere il ritiro dalle librerie dello Young Adult in questione. È stata Karen Krueger, madre di un ragazzino che frequenta ancora le scuole medie, a battersi al fine di convincere un folto numero di persone a chiedere “la censura” del libro di Green. Ritendendolo inappropriato a ragazzini di un’età compresa tra gli 11 e i 14 anni, la donna è riuscita a mettere su un comitato formato da altri genitori, un gruppo di insegnanti e un preside, che ha ottenuto il ritiro dalle librerie di Riverside del romanzo.
John Green: “Evidentemente , la gente di Riverside non ha mai sofferto”
Non si è fatta attendere la risposta dell’autore, conspaeovle di aver scritto un’opera magnifica sotto molti punti di vista, un libro di una sensibilità tale da aver spinto perfino Hollywood a farci un film uscito anche in Italia. “Colpa delle stelle” ha generato una commozione tale nel pubblico che gli “aficionados” si sarebbero perfino spinti a rubare la panchina di Amsterdam raccontata nelle pagine del capolavoro di Green. L’autore è stato immediatamente messo al corrente della protesta e, a ritiro avvenuto, si è affrettato a commentare la notizia con il solito stile sobrio, diretto e privo di fronzoli che è diventato il suo marchio di fabbrica:
Credo di essere sia felice che triste. Sono felice perché evidentemente la gente di Riverside, California, non ha mai provato dolore prima di leggere il mio libro, il che è stupendo. Ma sono anche triste perché speravo veramente di far capire ai bambini di Riverside che gli esseri umani muoiono, e di spezzare così una volta per tutte i loro sogni di immortalità.
Due punti di vista contrapposti quello dell’autore e quello dell’associazione capeggiata dalla Krueger. Da un lato chi racconta il dolore come una fase della vita, un elemento dal quale è impossibile fuggire qualunque sia l’età di chi ne è colpito. Dall’altro chi ritiene indispensabile mettere al riparo i più giovani dal conoscere la tristezza, la perdita e la morte, temi in questo caso stigmatizzati nella ricerca di una sorta di effimera protezione.