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David di Donatello 2017, la pazza gioia di Valeria Bruni Tedeschi: “Ringrazio la mia analista”

Il bellissimo discorso dell’attrice premiata come migliore protagonista per “La pazza gioia” di Virzì, che tra lacrime e risate ha ringraziato “Franco Basaglia, Gena Rowlands e suo marito, Natalia Ginzburg e la mia povera psicanalista”, nel momento più emozionante e divertente della cerimonia.
A cura di Valeria Morini
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La 62esima cerimonia di premiazione dei David di Donatello, andata in scena nella serata del 27 marzo, ha incoronato "La pazza gioia" (miglior film e 5 premi), "Indivisibili" e "Veloce come il vento" (6 premi a testa) a testimoniare come il cinema italiano stia vivendo decisamente un periodo positivo e denso di sperimentazione. Il vero momento indimenticabile della cerimonia, però, è stato senza se e senza ma il discorso di ringraziamento di Valeria Bruni Tedeschi, premiata come migliore protagonista per il film di Paolo Virzì.

"Ringrazio gli uomini che mi hanno amata e anche quelli che mi hanno abbandonata"

Splendida interprete della stralunata Beatrice Morandini Valdirana in "La pazza gioia", l'attrice sorella di Carla Bruni ha portato sul palco dei David 2017 un po' della bellissima follia del suo personaggio, con un lungo speech che (infischiandosene della norma dei 45 secondi di durata) ha mescolato lacrime e risate incontrollabili, emozionando e divertendo l'intera platea. La Bruni Tedeschi, rompendo tutte le regole, ha fatto salire sul palco Micaela Ramazzotti (co-protagonista del film, anche lei candidata) ringraziando  in ordine sparso l'amica d'infanzia, "Franco Basaglia", "Gena Rowlands e suo marito" (il regista John Cassavetes, ndr), "Natalia Ginzburg e la mia povera psicanalista". Ecco il discorso completo, semplicemente adorabile.

Non sapevo la cosa dei 45 secondi! Vorrei condividere questo premio con Micaela Ramazzotti. Senza Donatella, Beatrice non potrebbe esistere. Siamo un po' come Stanlio e Ollio. Ringrazio Franco Basaglia che cambiò radicalmente l'approccio della malattia mentale in Italia. Ringrazio Paolo Virzì che mi guarda da anni con tenerezza, allegria e senza paura. Ringrazio la mia amica Barbara che mi propose ufficialmente la sua amicizia il primo giorno d'asilo e mi dette un po' della sua focaccia facendomi sentire magicamente non più sola. Ringrazio le mie amiche e i miei amici senza i quali non potrei vivere. Ringrazio la mia povera psicanalista! Ringrazio Leopardi, Ungaretti, Pavese ma soprattutto Natalia Ginzburg, i cui libri mi illuminano e mi consolano. Ringrazio Anna Magnani, Gena Rowlands e suo marito, De André, Chopin, mia madre, Brassens, mia sorella, mia zia. Ringrazio di nuovo Paolo Virzì per avermi offerto di interpretare questo personaggio meraviglioso, triste, buffo e fantasioso e tutti i registi che mi hanno accolto nei paesi della loro fantasia e in anticipo ringrazio quelli che forse mi accoglieranno ancora e mi permettono di vivere questa vita parallela che è il cinema. Ringrazio gli uomini che mi hanno amata, che ho amato e anche quelli che mi hanno abbandonata ("e quelli che ti ameranno", aggiunge la Ramazzotti; "Sì, questo… lo avrei detto dopo!"), perché mi sento fatta di tutti loro, ed è a loro che mi racconto. Ringrazio gli sconosciuti che mi fecero un sorriso, un gesto, nei giorni più bui. Ringrazio i miei due meravigliosi bambini. Ecco. E grazie a voi. Scusatemi!

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