David Lloyd: “Sì al digitale, ma è presto per buttare la matita” (VIDEO)
I comics e le graphic novel del terzo millennio? Un mix di tradizione e modernità. David Lloyd – ‘papà', insieme ad Alan Moore, di V for Vendetta ed ospite d'eccezione di Cavacon Winter Edition 2013 – per disegnare usa ancora carta e matita. Il computer lo utilizza a partire dalla fase della colorazione. Per quanto riguarda la diffusione delle opere e l'opportunità di stringere nuovi contatti, però, il fumettista britannico non ha dubbi: "Internet è uno strumento eccezionale perché annulla ogni barriera. Ancor più eccezionali sono i social network. La mia presenza qui – ha dichiarato durante la conferenza stampa svoltasi sabato scorso nella Mediateca di Cava de' Tirreni (Sa) – è nata proprio da un invito su Facebook". Al salone del fumetto ha parlato del suo ultimo progetto, il magazine acesweekly.co.uk., evidenziando la necessità di creare delle communities di artisti (“L’unione fa la forza”) per affrontare la rivoluzione digitale in atto.
Lloyd ha avuto parole d'amore per l'Italia e per i fumettisti italiani – ha citato Bruno Brindisi e Massimo Carnevale, per poi aggiungere: "Il vostro Paese è pieno di grandi artisti" – e ha rinnovato il proprio sostegno al movimento Occupy (che ha scelto proprio la maschera di V come simbolo della protesta contro le distorsioni prodotte dal capitalismo e dalla globalizzazione). Durante l'incontro con la stampa c'è stato spazio anche per una domanda spiazzante, posta proprio da Fanpage. Al quesito “se Guy Fawkes non fosse esistito, a chi ti saresti ispirato per la creazione della maschera di V?”, lui ha risposto: “Davvero non ne ho idea. Per la figura del protagonista del fumetto avevamo bisogno – per poter raggiungere un’audience mainstream – di un personaggio colorato, eccentrico, fuori dall’ordinario. Guy Fawkes mi ha offerto tanto materiale su cui lavorare. Non riesco ad immaginare un’alternativa”.