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Dylan Dog al cinema, un piacere che soddisfa solo a metà

Dylan Dog al cinema è sempre stato un piacere mozzato a metà. È probabilmente la grande occasione mancata da Tiziano Sclavi e dalla Sergio Bonelli Editore, quella di lasciare un Dylan Dog in celluloide degno del suo nome.
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Dylan Dog è, senza tema d'essere smentito, uno degli albi a fumetti più influenti della storia contemporanea. Nel giorno dei festeggiamenti per il suo trentesimo compleanno, a guardarsi indietro e fare il punto, sono tanti i ricordi e gli spunti che – giuda ballerino! – gli incubi partoriti dalla fervida, assieme lucida e torbida, mente di Tiziano Sclavi sono stati in grado di lasciarci. Non vogliamo rovinare la festa al nostro amato Dylan Dog, però dall'inequivocabile piacere della lettura quello che viene meno nel suo fantastico mondo è la gioia di vederlo, con lo stesso peso specifico, sul grande schermo. Già perché al cinema è sempre stato solo un piacere mozzato a metà. È probabilmente la grande occasione mancata da Tiziano Sclavi, che ritorna a scrivere DyD dopo 10 anni di inattività (ed è una bellissima notizia!), e dalla Sergio Bonelli Editore, quella di lasciare un Dylan Dog in celluloide degno del suo nome.

Dellamorte Dellamore, il Dylan Dog di Rupert Everett

Il tentativo migliore di provare a portare il mondo di Tiziano Sclavi al cinema è stato "Dellamorte Dellamore" (di Michele Soavi, 1994), che è anche l'unico a riprendere fedelmente un soggetto dell'autore (in questo caso il romanzo omonimo). È la storia di Francesco Dellamorte, interpretato da Rupert Everett (proprio l'attore su cui ci si è basati graficamente per disegnare DyD), becchino dell'unico cimitero di Boffalora, un piccolo paesino di provincia. Aiutato da Gnaghi, un uomo grosso ma bonario che si esprime solo con un semplice "gna" per ogni cosa (una sorta di Hodor ante litteram), Francesco conduce un'esistenza ordinaria in un contesto sovrannaturale. Il cimitero di Boffalora ha infatti il potere di riportare in vita i morti. Toccherà a Dellamorte e Gnaghi assicurarsi che gli zombie tornino alla morte.

In questo contesto, Francesco Dellamorte si innamorerà di "lei", una donna di una bellezza diafana e marmorea interpretata da Anna Falchi. È un cult la scena di sesso tra i due sulla lapide del cimitero con le ali della statua alle spalle della Falchi, che sembrano spuntare proprio dalle spalle dell'allora poco più che ventenne attrice. "Dellamorte Dellamore" non è Dylan Dog, ma il suo prototipo. Tiziano Sclavi non contribuì alla sceneggiatura, ma il film resta fedele alle sue idee, alle sue suggestioni e ai suoi incubi. Ad oggi è l'unico ad aver centrato lo Sclavi-pensiero e ad aver portato un po' di Dylan Dog sul grande schermo.

Il film ufficiale di Dylan Dog distrutto da critica e fan

Gli americani della Platinum Studios acquisiscono i diritti per un film ufficiale di Dylan Dog che verrà messo in produzione solo nel 2007: "Dylan Dog – Il film" uscirà in Italia il 16 marzo 2011 e sarà considerato più che un flop, un vero e proprio tradimento al vero Dylan Dog. Dal punto di vista storico è una brutta frattura tra il marchio e i lettori che ancora oggi non hanno mai perdonato alla Bonelli (e a Sclavi) di aver lasciato produrre un film così "piccolo", per usare le parole di Roberto Recchioni, il curatore editoriale di Dylan Dog. Gli americani produssero questo film, per la regia di Kevin Munroe e con Brandon Routh nel ruolo di Dylan Dog, stravolgendo completamente la storia originale, riproducendo una versione "ciarlatana" del vero indagatore dell'incubo. La questione dei diritti ceduti alla Platinum Studios non è stata mai realmente approfondita, ma a leggere le parole di Tiziano Sclavi in una intervista a "L'Unità", è lecito pensare che qualcosa sia andato storto:

Il film non l'ho visto e non mi piace. […] Dire che il film non l'ho visto e non mi piace è un modo per dire che non mi va di parlarne. La vicenda della cessione dei diritti di Dylan è troppo intricata per spiegarla al pubblico, ed è fonte per me solo di incazzatura (e non uso a caso questa parola forte).

"Dylan Dog Vittima degli Eventi", tanto rumore per nulla

Nel 2014, Luca Vecchi e Claudio Di Biagio iniziano una campagna di crowdfunding per produrre "Dylan Dog – Vittima degli eventi", poi solo "Vittima degli eventi" per problemi relativi ai diritti non concessi dalla Sergio Bonelli Editore. La campagna, finanziata anche da Fanpage.it, è un successo ed il mediometraggio va in produzione con grande curiosità da parte di fan e addetti ai lavori. Dylan Dog viene così adattato e portato da Londra a Roma, una suggestione che è piaciuta a metà. Dall'inglese Rupert Everett si passa al romano Valerio Di Benedetto, interprete di un Dylan Dog pronto a indagare in una Roma onirica e misteriosa.

Luca Vecchi è l'amatissimo Groucho, che trova così per la prima volta spazio in un progetto cross-mediale dedicato a Dylan Dog. La produzione riesce anche a inserire nel cast Alessandro Haber nel ruolo dell'ispettore Bloch, Milena Vukotic, splendida nel ruolo di Madame Trelkowsky ed infine Massimo Bonetti nel ruolo di Hamlin. Il mediometraggio sorprende tutti e riesce ad accattivarsi pubblico e critica, incassa i complimenti e gli incoraggiamenti di Tiziano Sclavi e Roberto Recchioni, eppure finisce lì, nel mare magnum del web. "Vittima degli eventi" avrebbe meritato – e merita tuttora – maggiore attenzione e cura da parte degli addetti ai lavori. Il materiale era perfetto per provare ad investire, rendendolo qualcosa di più di un fan movie e provando a restituire dignità editoriale al trentenne – e quindi ancora giovane – Dylan Dog. E allora perché non farglielo questo regalo al nostro "old boy": un film degno del suo nome. Forza.

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