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È morto il regista Claudio Caligari, raccontò il volto più crudele e doloroso della realtà

Il suo film più noto è “Amore Tossico”, ma da poco aveva completato la sua ultima pellicola “Non essere cattivo”. Il regista si è spento all’età di 67 anni. Il suo cinema era crudo, reale e disincantato. Nel suo lavoro raccontava la dipendenza, la malavita, la gioventù allo sbando e le sfaccettature più dolorose della realtà.
A cura di D.S.
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Con il suo film più noto ‘Amore tossico', Claudio Caligari aveva raccontato il tunnel dell'eroina. Il regista romano è morto dopo una lunga malattia. Aveva 67 anni. Autore di corti e lungometraggi sulla dipendenza e sulla malavita, Caligari era un regista di culto del mondo indipendente e da poco aveva finito il suo ultimo film "Non essere cattivo", prodotto da Valerio Mastrandrea. Anche stavolta aveva voluto mettere in scena una storia che raccontava la periferia e il disagio, ambientando il film a Ostia, negli anni '90.  I protagonisti della pellicola sono Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Tra gli interpreti, Silvia d'Amico e Roberta Mattei. Valerio Mastandrea nutriva una tale stima nei confronti del talento di Caligari, che aveva fatto appello persino a Martin Scorsese per garantire il suo ritorno sul set. Gli aveva scritto una lettera commovente in cui lo invitava a conoscere Caligari:

"Se ami il cinema, vieni a conoscere Caligari e rendi possibile la sua visione".

La risposta non arrivò mai, il film però è stato completato e ancora una volta, il regista ha potuto tessere quella trama che racconta un'adolescenza difficile, dove i locali notturni e le droghe sintetiche scandiscono la vita dei giovanissimi protagonisti, Vittorio e Cesare. Un'amicizia a cui Vittorio ad un certo punto dovrà rinunciare per potersi salvare. Cesare, invece, sprofonderà in quel mondo oscuro che poi non è così lontano dalla realtà che ci circonda. La produzione ha fatto sapere:

"L'intero cast tecnico e artistico è commosso e onorato di aver lavorato al film con un grande maestro".

Il cinema come mezzo per raccontare il dolore – Claudio Caligari aveva un vero e proprio dono nel raccontare delle storie pervase di dolore, ancorandole al contesto storico. Un cinema evocativo e crudo che al Festival di Venezia gli valse il premio De Sica – che conquistò con il film Amore Tossico. Un regista decisamente lungimirante, se si pensa che raccontò temi delicati come la dipendenza o la gioventù sempre più allo sbando, nei tempi in cui non abbondavano ancora le serie tv incentrate sulla malavita, che oggi vengono seguite con passione dagli spettatori. Caligari non voleva essere famoso, voleva raccontare la realtà, anche e soprattutto nella sua crudezza. Perché il cinema non deve essere solo sogno, ma anche verità. I funerali avranno luogo a Roma giovedì 28 maggio alle ore 10.00 alla Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo.

 

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