E’ morto Ninì Grassia, il regista dei neomelodici
E’ morto domenica, d’improvviso all’età di 66 anni, per un malore: Ninì Grassia, il padre di moltissimo cinema in chiave partenopea, ha lasciato il mondo del cinema, quello che durante la sua carriera l’ha visto firmare 41 lungometraggi e 67 documentari. I funerali si sono tenuti nella mattinata di martedì, nella Chiesa dell’Annunziata di Aversa (provincia di Napoli) – sua città natale – dove l’hanno salutato familiari, colleghi, amici.
Su tutti, Nino D’Angelo, protagonista di molti dei suoi film, l’ha ricordato con le parole più sentite, che provengono da una lunga amicizia, da quando a teatro lo scugnizzo col baschetto biondo venne convinto dal regista a recitare un ruolo cinematografico da protagonista: “Era parte della mia vita, è stato soprattutto un amico ed era una persona di altri tempi tempi e di altri valori, anche artistici”, tanto che prima della scomparsa si era candidato alle prossime elezione regionali nelle file dell’UDC, per cercare di ripulire l’immagine e la sostanza della Campania.
Tra i suoi film, vale la pena ricordare i cinque lungometraggi con D’Angelo, da Celebrità allo Studente, e i due con Gigi D’Alessio, Annarè e Cient’anne, tanto famosi a Napoli da valergli l’appellativo di regista dei neomelodici (e il giovane Mimmo Dany era presente alle esequie). La sua prolifica vena ora stava preparando un film su Petru Birladeanu, un giovane ucciso durante una sparatoria alla funicolare: “Parlerò della nostra città abbrutita, dove si spara all'impazzata e si perde ogni forma di carità cristiana”. Era questo l’intento di Grassia, un intento che speriamo qualcuno sappia raccogliere come eredità.
Emanuele Rauco