È morto Piero Nelli, il regista militante
Piero Nelli è morto ieri nella sua casa di Sarteano, in provincia di Siena, ad 88 anni. Nato a Pisa il 14 aprile 1926, fu il "regista militante", al cinema come in televisione, così come nei suoi romanzi. Noto per aver cominciato come aiuto regista di Giuseppe De Santis in "Riso amaro" e "Non c'è pace tra gli ulivi", entrambi del 1949, partecipò alla lotta di liberazione dal colonialismo portoghese della nascente Guinea-Bissau, realizzando per l'occasione il lungometraggio "Labanta Negro", vero cinema militante che fu premiato con la Targa Leone di San Marco alla XXVII Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Piero Nelli dirige il suo primo film nel 1953, "La pattuglia sperduta", fu l'unico esempio di neorealismo in costume. Ambientato nel marzo 1849, ai confini tra Piemonte e Lombardia, raccontava di una pattuglia in avanscoperta che resta fuori dai giochi. Dal Morandini: "è il tentativo, ammirevole anche se parzialmente riuscito, di innestare il neorealismo in un racconto storico". A fare seguito nella sua filmografia "La sfregiata" ed un episodio del film "Le italiane e l'amore" (1961), ispirato al libro "Le italiane si confessano" di Gabriella Parca, sotto la supervisione di Cesare Zavattini. Fu un film-inchiesta con attori non professionisti sulla situazione della donna di fronte all'amore.
Diede il suo contributo alla regia collettiva de "L'addio a Enrico Berlinguer" (1984), scrisse molto per la Rai, tra documentari e programmi tv. Su tutti lo sceneggiato "Il passatore" (1977), "La presenza perfetta" (1981), con Umberto Eco diresse e scrisse "Storia dell'Italia unita tra lingua e dialetti" e "La radiografia della miseria" (1967) su testi di Leonardo Sciascia. L'esordio letterario è datato 2000 con il romanzo storico "Un caso di destino", uno sguardo sull'Italia e sulla sua storia nazionale. Piero Nelli è stato tra gli esponenti della cosiddetta "televisione intelligente", una grande stagione che coinvolse intellettuali del calibro di Leonardo Sciascia, Umberto Eco e del linguista Tullio De Mauro.