Effetto Covid sul cinema, 169 milioni di euro persi in Italia
Non è un mistero né una sorpresa che il mondo dello spettacolo, e in particolare del cinema, stia facendo i conti con una crisi senza precedenti e con un crollo drammatico degli incassi. Dati dettagliati arrivano però ora da parte della Siae, che riporta numeri riferiti ai primi sei mesi del 2020. Gli effetti del Covid sul settore cinematografico (con le sale chiuse da febbraio al 15 giugno e di nuovo dal 26 ottobre) si traducono nella perdita di 169.300.170,00 euro di spesa al botteghino.
Quanto ha perso lo spettacolo italiano
Le ragioni sono sotto gli occhi di tutti: i cinema chiusi per gran parte del 2020, le difficoltà nel ripartire nel breve periodo di riapertura per giunta coincidente con l'estate, l'assenza quasi totale di grandi titoli arrivati in sala (con l'unica eccezione costituita da "Tenet"), l'approdo di alcune uscite direttamente in streaming. In totale, la perdita della spesa al botteghino italiano è stata di 847.072.919,16 euro (- 66,95%). Sono 188.270.517,38 gli euro persi per i mancati concerti, mentre 114.680.513,12 euro non sono arrivati dal teatro. In tutto, ci sono stati la bellezza di 1.437.409 eventi di meno (-64,18%) rispetto allo scorso anno.
I numeri positivi del 2019
E dire che il 2019, al contrario, aveva lanciato segnali incoraggianti e manifestato un trend molto positivo rispetto all'anno precedente. La Siae analizza i dati nel suo Annuario 2019: l'anno ha segnato il + 13,91% rispetto al 2018 negli ingressi al cinema, + 15,26% della spesa al botteghino, + 16,06% la spesa del pubblico, + 15,97% di volume d'affari. "Volgendo lo sguardo al periodo pre-Covid, i dati ci confortano e ci danno fiducia", fa sapere il presidente Siae Giulio Rapetti Mogol "testimoniano, infatti, in maniera significativa, come il pubblico ritenga parte integrante della propria cultura e delle proprie capacità emozionali la partecipazione agli eventi di spettacolo. Partendo da questo importante presupposto dovremo, perciò, proseguire nel nostro impegno, anche inventando nuove forme di partecipazione”.