Ennio Morricone e Joan Baez: la storia del sodalizio per Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo
Tra le colonne sonore cardine della lunga carriera di Ennio Morricone, merita una menzione a parte il caso di "Sacco e Vanzetti", film del 1971 diretto da Giuliano Montaldo dedicato alla storia dei due anarchici italiani condannati a morte nell'America degli anni '20. A confermare l'eclettismo del Maestro scomparso il 6 luglio 2020, Morricone ne curò le musiche con la collaborazione della cantante Joan Baez, icona americana della musica di protesta. Un connubio straordinario per un film che contribuì in misura importante alla riabilitazione storica degli stessi Sacco e Vanzetti negli Stati Uniti.
La storia di Sacco e Vanzetti nel film di Montaldo
Nel film di Montaldo, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti sono interpretati rispettivamente da Riccardo Cucciolla e Gian Maria Volonté, mentre Rosanna Fratello e Armenia Balducci impersonano le loro mogli Rosa e Virginia. Cucciolla vinse il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes, dove il film venne presentato in concorso. Al centro, uno dei più clamorosi errori giudiziari della storia americana. I due immigrati italiani Sacco e Vanzetti vennero arrestati e condannati alla pena capitale per rapina e omicidio nonostante l'evidenza e le prove della loro innocenza, a causa della simpatia per il movimento anarchico. La sentenza venne eseguita tramite sedia elettrica il 23 agosto 1927: esattamente 50 anni dopo, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis riconobbe l'errore e riabilitò i due italiani, nel corso di una cerimonia in cui venne invitato anche il regista Giuliano Montaldo. Questo uno stralcio del discorso di Vanzetti alla condanna, al centro anche di una celebre scena del film.
Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra — non augurerei a nessuna di queste creature ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un anarchico, e davvero io sono un anarchico; ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano […] se voi poteste giustiziarmi due volte, e se potessi rinascere altre due volte, vivrei di nuovo per fare quello che ho fatto già.
La collaborazione tra Ennio Morricone e Joan Baez
Montaldo si ispirò a un fortunato spettacolo teatrale che raccontava la storia dei due immigrati e e per la colonna sonora chiamò Ennio Morricone, che vinse peraltro in quell'occasione il Nastro d'argento. Per l'esecuzione di alcuni dei brani, il grande compositore scelse di affidarsi a una star del pop americano impegnato: Joan Baez era stata lungo tutti gli anni '60 la più celebre icona della musica di protesta e della lotta per i diritti civili, insieme al sodale Bob Dylan, e nel 1969 aveva incantato dal palco di Woodstock. Morricone, da parte sua, era tutt'altro che lontano dalla musica leggera, che anzi aveva frequentato in abbondanza soprattutto a inizio carriera: tantissimi i "tormentoni" estivi da lui scritti, da “Sapore di sale” ad “Abbronzatissima”. La Baez, inoltre, è sempre stata vicina all'Italia (pensiamo alle sua cover di "C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" e "Geordie"): il sodalizio con il compositore per la soundtrack del film produsse la lunga "The Ballad of Sacco and Vanzetti" (da non confondere con l'album di Woody Guthrie "Ballads of Sacco and Vanzetti" del 1947) e l'essenziale e celeberrima "Here's to You".
Here's to You manifesto dell'impegno civile anni '70
"Here's to you, Nicola and Bart, / Rest forever here in my heart, /The last and final moments is yours /That agony is your triumph". Un testo brevissimo ma pregnante, ispirato a parole attribuite allo stesso Vanzetti. "Here's to You" diventò un vero e proprio inno per i diritti civili, cantato in tutto il mondo e ancora oggi simbolo della lotta contro le ingiustizie e le discriminazioni. Ne esistono versioni in varie lingue, tra cui quella italiana intitolata "Ho visto un film", cantata da Gianni Morandi e con testo di Ruggero Miti e Franco Migliacci. Curiosità: il brano ha avuto tanta fortuna da essere inserito in alcuni videogiochi della serie Metal Gear, dal momento che lo sviluppatore Hideo Kojima è un grande fan di Morricone.