Eredità Sordi, l’autista dovrà restituire 400.000 euro
Arturo Artadi, l'autista storico di Alberto Sordi, dovrà allontanarsi dalla storica villa di Caracalla, dove per anni ha prestato servizio e lasciare per sempre il suo posto di lavoro. È finita così, con la decisione della quinta sezione della Cassazione, il caso sull'eredità di Albertone. Arturo Artadi dovrà allontanarsi soprattutto da Aurelia, la sorella novantacinquenne dell'attore, da cui era riuscito a farsi nominare procuratore generale di tutta l'eredità di Sordi. La procura aveva chiesto già mesi fa, misure interdittive e patrimoniali per l'autista peruviano e per l'avvocato Francesca Piccolella e per il notaio Gabriele Sciumbata, accusati di avere accettato di formalizzare gli atti sospetti senza essere incaricati dalla donna che, in quel periodo, era già affetta da demenza senile. In un primo momento le misure erano state rigettate dal gip e soltanto dopo accolte da Riesame.
I giudici della Cassazione hanno anche stabilito il sequestro di 10.484 euro e 18.4000 euro, somme che Gabriele Sciumbata e Francesca Piccolella avrebbero incassato a titolo di onorario per la stipula dell'atto di donazione a favore di Artadi. Ai due professionisti viene risparmiata la misura interdittiva temporanea della professione, su cui i loro difensori avevano dato battaglia. Viene così confermata la ricostruzione del procuratore Giuseppe Pignatone e del pm Eugenio Albamonte, che per il caso sull'eredità di Alberto Sordi hanno chiesto il rinvio a giudizio di altri 10 indigati. L'attenzione si è rivolta in particolare sui ruoli avuti dall'avvocato e dal notaio che, incaricati direttamente da Arturo Artadi, sarebbero stati i "dominus" nell'affare, occupandosi della formalizzazione delle donazioni. L'immenso patrimonio di Alberto Sordi è adesso al sicuro e alla sorella Aurelia toccherà affidarsi a qualcuno che non attenti alle casse di famiglia.