Fabrizio de André & PFM incassa più di un milione di euro, il concerto ritrovato è un successo
"Fabrizio de André & PFM – Il concerto ritrovato" chiude la sua esperienza nelle sale cinematografiche con un grande successo di pubblico. Il film diretto da Walter Veltroni si è confermato nettamente al primo posto al terzo ed ultimo giorno nelle sale, dopo essere stato lanciato in corrispondenza della data in cui Fabrizio De André avrebbe compiuto 80 anni. Programmato in 292 sale, l’evento di Nexo Digital ha chiuso con un incasso giornaliero di 382mila euro (un calo del 5% rispetto a martedì), superando il milione di euro in tre giorni.
Il film si piazza davanti a "Gli anni più belli" di Gabriele Muccino, che incassa 293mila euro in un solo giorno raggiungendo i 3,6 milioni di euro totali, e a "Parasite", il film coreano tornato nelle sale dopo aver vinto il premio Oscar come miglior film dell'anno e che nella sola giornata di martedì ha incassato 145 mila euro, per un totale di 4.5 milioni di euro raggiunti in tutto il periodo di permanenza in sala.
Il restauro delle immagini del concerto
"Fabrizio de Andre’ & PFM – Il concerto ritrovato" è un film che nasce dal ritrovamento delle uniche immagini esistenti del concerto che il cantautore tenne assieme alla band il 3 gennaio 1979 a Genova. Immagini inedite che arrivano a noi dopo anni in cui si era vociferato dell'esistenza di queste riprese senza un'effettiva conferma. La registrazione era stata realizzata e custodita in tutti questi anni dal regista genovese Piero Frattari.
Come il video è stato salvato dal macero
"Devo ringraziare le mie due passioni: una per la musica di Faber e l’altra, maniacale, di conservare ogni cosa – ha detto il regista Frattari, come si legge nella nota stampa, a proposito della registrazione che verrà resa disponibile al pubblico -. All’epoca facevo il video maker per radio e tv. Era il gennaio del 1979. Gli organizzatori mi proposero di registrare il concerto di Faber/ PFM. Non esitai un istante. Poi le videocassette di quella registrazione finirono in fondo ad un archivio che qualche anno dopo decisero di mandare al macero. Solo per caso riuscii a recuperarle e a catalogarle tutte nell’archivio della mia società, Vidigraph, che possedeva già circa 20.000 videocassette professionali. Erano video analogici su nastro, quindi, per salvarli dal degrado, decisi nel 2000 di trasferirli tutti su supporto digitale”.