Francesco Nuti: “Vivo la vita di tutti i giorni e mi pare bellissima”
Francesco Nuti ha raccontato la sua passione per la vita, in un'intervista rilasciata ad "Avvenire". Il regista e attore ha assicurato: "Io sono guarito, con qualche acciacco, ma sono guarito". Per lui, la vera malattia era il sistema che regola il mondo dello spettacolo:
"La malattia era il successo e un sistema dello spettacolo e del cinema dove i valori che contano sono solo carta straccia. Adesso, come ripeto, sono guarito, ho l’affetto di mia figlia, della mia famiglia e dei miei veri amici, gli amici di Narnali".
Nello spettacolo teatrale "Francesco Nuti. Andata, caduta e ritorno", racconta la sua vicenda umana, dalla carriera alla vita privata, dai successi alla passione per gli alcolici. Lui che può contare su una grande esperienza, ha voluto dare un consiglio ai giovani che spesso vedono nei talent il miraggio del successo facile:
"Quando il successo è facile porta sfortuna, bisogna avere pazienza, fare quello che si sente, che si ama, il resto è business, si spende in un baleno".
Quando gli viene chiesto come è cambiato il suo rapporto con la vita dopo l'incidente, Francesco Nuti non ha dubbi:
"Che c’è di meglio della vita? […] Ci sono tante persone più sfortunate di me e non so se riesco a dare un esempio, in fondo non m’interessa, vivo la vita di tutti i giorni e mi pare bellissima".
Marco Masini omaggerà Francesco Nuti al Festival di Sanremo
Marco Masini ha voluto ricordare Francesco Nuti tramite la canzone con la quale salirà sul palco dell'Ariston. In proposito, il regista ha dichiarato:
"Sono contento per mio cugino Riccardo Mariotti, autore della canzone, e ringrazio Marco che vuole ricordarmi".
Lo scorso anno, inoltre, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni gli organizzarono una strepitosa festa di compleanno al Mandela Forum di Firenze, dove presenziarono settemila persone:
"Conti non l’ho ancora sentito, sarà nel pieno della tormenta sanremese. I settemila del Mandela e i quattro amici Moschettieri mi hanno molto emozionato, ma è mia figlia Ginevra, che ha cantato per me sul palco, che mi ha fatto venire le lacrime agli occhi".
Infine, ha ricordato le emozioni provate nel 1988 quando salì sul palco della kermesse canora:
"Mi tremavano le gambe, mi venne un crampo al polpaccio e dovetti iniziare a cantare seduto, mi salvò il mestiere. Quando si gioca una finale all’Ariston anche il campione ha il batticuore".