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Franco Maresco minaccia causa alla Rai per censura: “Si cancellano 35 anni anni di carriera”

Il regista Franco Maresco minaccia di fare causa a Rai Cinema dopo il boicottaggio del suo film La mafia non è più quella di una volta. Rai Cinema ha infatti deciso di rimuovere il logo dalla pellicola presentata in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2019, dove si è aggiudicata il Premio Speciale della Giuria.
A cura di Andrea Parrella
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Il regista Franco Maresco minaccia di fare causa a Rai Cinema dopo il boicottaggio del suo film La mafia non è più quella di una volta. Rai Cinema ha infatti deciso di rimuovere il logo dalla pellicola uscita nelle sale il 12 settembre scorso e precedentemente presentata in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2019, dove si è aggiudicata il Premio Speciale della Giuria.

La decisione della consociata Rai era stata spiegata con la motivazione secondo la quale il film contenesse elementi non prospettati e non condivisi in fase progettuale. Ma  Maresco non ci sta e, accompagnato dall'avvocato Antonio Ingroia, dice di non comprendere affatto una decisione che finisce per "danneggiare il film". Maresco ha infatti rimarcato che la sola reazione al film da parte del Quirinale sia stata quella di sottolineare che "le sentenze non si commentano". Il regista siciliano ha quindi aggiunto: "nessuno ha mai detto che questo film mancava di rispetto al presidente della Repubblica".

Il regista del film si è quindi indirizzato all'a di Rai Cinema Paolo Del Brocco, responsabile della decisione che "ha deciso che questo film non può passare sui canali Rai". Perché la questione in ballo non è solo quella del logo, ma anche impedire il passaggio sulle reti del servizio pubblico dopo aver approfittato dei benefici al cinema e sulle piattaforme a pagamento. "Censurare questo film è cancellare 35 anni di storia del mio cinema in cui anche con Rai Cinema ho raccontato cose ben più forti. Ma Del Brocco dov'era in quegli anni", dice Maresco, che rivendica la "visione grottesca della realtà" che lui propone come regista: "Io non faccio il giornalista d'inchiesta".

La richiesta di Maresco, affiancato da Ingroia in una conferenza stampa, è appunto quella che la Rai faccia un passio indietro. Il suo legale prospetta una "richiesta di intervento da parte della commissione di Vigilanza Rai, che potrebbe agire anche motu proprio, o un'azione legale civile e/o penale". Ma Maresco punta più in alto e si rivolge al presidente della Repubblica: "Ma mi rivolgo direttamente a Mattarella, pietra dello scandalo involontaria di questo film. Mi rivolgo a lui per chiedere alla Rai il rispetto dell'art. 21 della Costituzione di cui è garante".

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